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Caso Juventus, Moggi regala a Agnelli la chiavetta Usb con le prove di Calciopoli

Luca De Lellis
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È una ferita che non si rimarginerà mai. Nemmeno all'alba dei suoi 85 anni. Luciano Moggi rompe il silenzio. "Dato che io sono uno abituato a vivere e non a esistere, continuo a combattere per Calciopoli. Noi siamo considerati colpevoli di cose che hanno fatto altri. Ho qui una chiavetta che finalmente è completa di tutto". Intervenuto durante l'assemblea degli azionisti della Juventus (lui detiene una minima parte), l'ultima presieduta da Andrea Agnelli, l'ex dirigente della società bianconera ha svelato l'ennesima storia di una saga interminabile, contenuta all'interno di una chiavetta Usb. "Carraro diceva che la Fiorentina non poteva retrocedere e neanche la Lazio, ma chiedeva di non aiutare la Juventus prima di una partita contro il Milan. E ci sono le registrazioni di Meani che parla degli arbitri. Le intercettazioni le potete sentire pure voi". E quindi, come la giustizia sportiva ha "riaperto il caso plusvalenze, si può anche riaprire Calciopoli".

Moggi ha poi regalato quella chiavetta ad Andrea Agnelli. Un passaggio di consegne, per un uomo che stima e per il quale spende parole di ringraziamento. Questa la ragione della sua partecipazione. "Sono venuto per ringraziare Andrea. Nove scudetti consecutivi non si vincono con facilità. Solo chi c'è dentro sa le difficoltà che ci sono per vincere". Lui non ha dubbi. L'ombra che da molti anni aleggia sull'operato delle varie dirigenze juventine "è solo una leggenda". Per Moggi dire che "la Juventus vince perché ruba è assurdo". Non solo, "la società ha vinto sempre sul campo, anzi forse hanno rubato qualcosa a noi. Come a Perugia con il naufragio del Curi (stagione 1999/00 nella quale vinse la Lazio al fotofinish n.d.r), ma anche l'anno dopo cambiando le regole in corsa per la Roma facendo giocare Nakata".

 

 

 

Mai banale, sempre polemico e polarizzante. C'è chi sta con lui e chi gli rema contro. Anche perché non sempre si fa volere bene, come quando ha attaccato, pur senza nominarlo, l'ex dirigente dell'Inter Lele Oriali. "Ricordate cos’è successo con i passaporti. L’Italia è questa. Guardate chi sta in panchina a fare il Team Manager nella Nazionale, quello che ha falsificato il passaporto di Recoba". Si parla di un altro caso, "Passaportopoli", che portò nel 2006 alla condanna per ricettazione e concorso in falso di Oriali e di Recoba. Ma questa è un'altra storia. O meglio, un'altra ferita, per Luciano Moggi.

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