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Caso Soumahoro, la moglie Liliane smascherata dai giudici: stipendi e firme, ecco il bluff

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“Ero incinta, non lavoravo…”.  Così Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, aveva cercato di respingere le accuse a suo carico. La donna ha infatti affermato di non essersi in alcun modo occupata della gestione delle cooperative Karnibu e Aid nel periodo contestato, presentando a riprova diversi certificati medici. Ma i giudici di Latina, riferisce il Giornale, hanno immediatamente scoperto il bluff, rigettando la richiesta di sospensione del provvedimento di interdizione.

 

 

I magistrati sono stati in grado di trovare documenti gestionali firmati da lady Soumahoro e per di più hanno verificato che abbia anche percepito lo stipendio nel periodo dal 2018 al 2021. Il gip, nelle motivazioni di rigetto dell'istanza, ha sottolineato come “non sia possibile revocare il provvedimento cautelare in quanto Muraketete sarebbe stata consapevole e attiva nella partecipazione del meccanismo fraudolento. Il giudice Giuseppe Molfese - ricostruisce il quotidiano - ha messo in luce un probabile sotteso interesse economico perché la donna ha continuato ad essere pagata dalla cooperativa Karibù”. 

 

 

Il tentativo di difesa di dirsi estranea all’epoca dei fatti contestati cozza quindi con lo stipendio ricevuto e con le firme apposte sui documenti che ora sono in mano agli inquirenti. E non è la prima volta che arriva una smentita per Lady Soumahoro, già inguaiata da alcuni screenshot, da cui emerge che fosse cosciente di quanto accadeva nelle cooperative, soprattutto per la questione delle fatture non saldate. Una brutta gatta da pelare per Muraketete, che ha intenzione di rivolgersi al Tribunale del Riesame.

 

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