Aboubakar Soumahoro, indagata anche la moglie: "Collaudato sistema fraudolento"
Dopo la suocera anche la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro risulta indagata nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione della cooperativa Karibù, che si occupa della gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. Alla donna, Liliane Murekatete, a sua madre Marie Therese Mukamitsindo e al fratellastro Michel Rukundo il gip Giuseppe Molfese contesta di aver messo in atto un "programma delinquenziale a gestione familiare", caratterizzato da una "elevata spregiudicatezza criminale".
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Gli indagati per un anno non potranno contrattare con la pubblica amministrazione e esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di 639mila euro a Mukamitsindo e di oltre 13mila euro a ciascuno dei due figli. Per il gip di Latina non solo la suocera di Soumahoro "ha svolto e svolge un ruolo centrale nella dinamica delittuosa" ma i due figli Michel e Liliane "hanno offerto consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento".
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Liliane Murekatete si difende e, attraverso le parole del suo avvocato, Lorenzo Borrè, si dice fiduciosa che "a breve, anzi a brevissimo verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza". A difesa della moglie il deputato Aboubakar Soumahoro si dice "profondamente amareggiato, dispiaciuto e preoccupato" dalla vicenda ma comunque certo dell'operato della "magistratura, nella quale ripongo la massima fiducia". L'onorevole ribadisce la sua totale "estraneità ai fatti" assicurando che continuerà a impegnarsi nell'attività politico-parlamentare sui "temi che hanno da sempre caratterizzato il mio impegno sociale, sindacale e politico per la promozione dei diritti, della dignità e contro qualsiasi forma di sfruttamento".
Risultano indagati anche Ghislaine Ada Ndongo, Christine Ndyanabo Koburangyira Kabukoma e Richard Mutangana. Quest'ultimo è il cognato di Soumahoro e, solo poche settimane fa, era sceso in campo per difendere la reputazione del deputato. I tre sono i legali rappresentanti dell'associazione di promozione sociale 'Jambo Africa' di Sezze, in provincia di Latina che si sono succeduti a partire dal 2014 fino ad oggi. Sarebbero ritenuti responsabili di aver emesso fatture false al fine di consentire alla Karibù "l'evasione delle imposte sui redditi". La Jambo insieme ad Aid, secondo gli inquirenti, sarebbero state create ad hoc per trasferire denaro all'estero.
Sul caso è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che, parlando dal palco della festa per i 10 anni di Fdi, ha definito "inquietante la commistione tra quello che è emerso come gestione amministrativa e l'atteggiamento pedagogico che alcuni volevano avere candidando un testimonial dell'accoglienza di un certo mondo che si muove per invocare la fratellanza mondiale a partire dalle proprie origini. Questo l'ho trovato un po' deprimente a prescindere dal rilievo penale".