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Crollo Ponte Morandi, l'ultima rivelazione: "C'era un camion con 900 chili di droga"

Giada Oricchio
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Le mani della ‘Ndrangheta e della camorra fra le macerie del Ponte Morandi. Secondo quanto riporta “Il Corriere della Sera”, fra i veicoli coinvolti nel drammatico crollo dell’infrastruttura genovese, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone, c’era anche un camion che trasportava 900 chili di hashish. L‘ndrangheta fece di tutto per recuperare il carico di droga del valore di 3 milioni e 600mila euro.

La circostanza è emersa durante una telefonata fra malavitosi intercettata dai carabinieri di Reggio Calabria nel corso dell'operazione antimafia “Blu notte” di due anni fa e che in questi giorni ha portato a 48 arresti e 93 indagati. Nel dialogo ascoltato dalle forze dell’ordine a marzo 2020, si sentono Francesco Benito Palaia, 49 anni, boss del clan Bellocco di Rosarno agli arresti domiciliari, e il braccio destro, Rosario Caminiti, parlare dell’incidente e della droga finita in fondo al viadotto: “Al primo pilone che cade, nel secondo c'è questo camion giallo... Lo vedi benissimo... c’è il fumo da fottere ai neri”.

Il prezzo era stato fissato dal venditore calabrese a “4mila euro (al chilo) più Iva” ed era destinato ai boss di Secondigliano e Scampia, Napoli. Gli indagati speravano di poter riprendere i pacchi di marijuana grazie a persone specializzate in recupero rottami tra i Castelli Romani, Latina e Frosinone per poi spartirseli al 50%. Non è chiaro se siano riusciti a portare a termine il piano criminale, gli investigatori hanno commentato con un laconico: “Non abbiamo approfondito”.

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