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Reddito di cittadinanza, giro di vite su 300mila furbetti: richieste sospese o respinte

Gianluca Zapponini
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Non è certo un mistero che il reddito di cittadinanza, che ora il governo Meloni si appresta a riformare, sia sempre stato accompagnato da una buona dose di frodi. Quando però ci sono i numeri di mezzo, allora l'impatto emotivo è assicurato. Un esempio? Gli scenari di rischio elaborati e i relativi allarmi attivati dall'Inps hanno permesso di individuare circa 1.290.000 domande pervenute, nei primi dieci mesi del 2022, oltre 290.000 a rischio. Nel dettaglio, 240.000 sono state respinte in automatico, prima che la prestazione potesse essere indebitamente percepita mentre 50.000 sono state sospese e sottoposte ad ulteriori controlli. Insomma, non tutte le domande erano legittimate ad essere presentate. I principali scenari di rischio riguardano, secondo via Ciro il Grande, mancanza del requisito della residenza in Italia, false o omesse dichiarazioni relativamente alla posizione lavorativa dei componenti il nucleo familiare e false dichiarazioni circa la composizione del nucleo familiare.

 

 

Un altro scenario di rischio che l'Istituto per la previdenza sociale sta da poco utilizzando, in stretta collaborazione con le Forze dell'ordine, è quello relativo all'eventuale titolarità di imprese «e/o di qualifiche/cariche sociali da parte dei componenti il nucleo familiare richiedente il beneficio», ha chiarito l'Inps. Tale circostanza, infatti, «seppure di per sé non incompatibile con la fruizione del beneficio del reddito di cittadinanza, è ritenuta sintomatica di potenziali frodi comunque connesse alla fruizione del reddito stesso oppure ad irregolarità concernenti il settore delle aziende, quali, ad esempio, quelle dei prestanome nella titolarità delle stesse». Naturalmente, anche le domande riconducibili a tale scenario vengono intercettate e sottoposte ad ulteriori controlli. E questo nonostante il sistema delle verifiche risulti «particolarmente complesso in ragione anche della numerosità delle amministrazioni coinvolte e della tempistica da rispettare per la verifica dei requisiti, all'atto della presentazione della domanda».

 

 

Per questo, ha specificato ancora l'ente guidato da Pasquale Tridico «in fase di prima attuazione, in conformità delle disposizioni normative, l'Inps ha attuato un sistema di controlli centralizzati sulla sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, affiancato da verifiche ex post a cura delle sedi territoriali sulla veridicità delle dichiarazioni». Alla fine tutto questo ha portato a un progressivo rafforzamento, «con l'obiettivo di accertare la veridicità delle dichiarazioni rese, verificando preventivamente le informazioni in possesso».

 

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