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“Se togli il reddito ti uccido”. Denunciato un disoccupato per le minacce a Meloni e alla figlia

Pietro De Leo
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Di nuovo, un orribile copione. Che però sale d'intensità nel tono delle minacce. Accade che l'altra sera. L'account di Fratelli d'Italia pubblica un «collage» con svariati tweet di un account con un'intimidazione al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Finiscila co sta cosa di togliere il reddito di cittadinanza sennò ti ammazzo ma lo capisci? ». E ancora: «Attenta che ti arriva un coltello in pancia a te e tua figlia». Frasi terribili. La polizia rintraccia, identifica e denuncia l'autore, un 27enne di Siracusa, disoccupato, destinatario appunto del reddito di cittadinanza. Quanto accaduto si colloca nel dibattito attorno alla riforma dello strumento, e soprattutto accende un faro su certi modi di condurre il confronto, specie da parte del Movimento 5 Stelle che sostiene la misura. «Condanniamo senza se e senza ma le minacce rivolte a Giorgia Meloni e a sua figlia, ma non si utilizzi questa brutta storia per fare sciacallaggio politico contro Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle», scrive Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera. Insomma, alla fine il «ma» esiste.

 

 

Così come esiste una questione di responsabilità nei toni che vengono utilizzati. Lo sottolinea la capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli: «Qualcuno - osserva - sta armando le mani di questi folli che poi decidono di minacciare e spingersi oltre». Solidarietà arriva un po' da tutto il governo: «Gravi e vergognose minacce», twitta il vicepremier Matteo Salvini, mentre il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sottolinea la necessità di un «fronte comune contro l'odio». E poi gli alleati. Ancora da Forza Italia, Catia Polidori, responsabile di «Azzurro donna», lancia l'hastag #unapertuttetuttepergiorgia, in solidarietà. La senatrice di Coraggio Italia Michaela Biancofiore osserva: «Occorre creare un cordone di sicurezza di tutte le persone per bene, uomini o donne che siano, intorno alla premier».

 

 

Solidarietà viene anche dal Pd. Così come da movimenti politici anche fuori dal Parlamento. È il caso di Alternativa Popolare, con il coordinatore Bandecchi che twitta: «Agitare le piazze ed esasperare il clima è un esercizio pericoloso». Un'indignazione che va oltre la sfera politica. Potito Peruggini, presidente dell'osservatorio Anni di Piombo, in un colloquio con l'AdnKronos dichiara: «Mi aspetto una presa di distanza collettiva di tutte le forze politiche da tali gravissimi comportamenti oltre che una vigilanza attenta della magistratura».

 

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