Soumahoro, spunta il decreto ingiuntivo: “Da 4 anni fondi non dovuti”
Da regina del progetto Sprar, l’iniziativa gestita dal ministero dell'Interno che prevedeva anche l'emissione di fondi da parte degli enti locali per la lotta al caporalato, al centro dello scandalo e di una inchiesta sul presunto sfruttamento di migranti. È quello che è successo alla coop Karibu, gestita dalla suocera del deputato Soumahoro, che si occupava dell'accoglienza dei migranti. Aboubakar Soumahoro si è autosospeso anche se si è dichiarato da subito estraneo alla vicenda.
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Secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano Il Giornale, l’associazione presieduta da Marie Thérèse Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, vinse il bando nel lontano 2011 con un incarico valido fino al 2013 che venne rinnovato per un altro triennio. Da quel momento la Karibu ha proseguito nella sua missione senza più presentare documentazione né partecipare a ulteriori bandi, ma solo grazie al rinnovo delle proroghe. Nel 2018, addirittura, la suocera di Soumahoro venne premiata come ‘Imprenditrice immigrata dell'anno. In realtà, come riporta Il Giornale, c’erano problemi economici che andavano avanti da anni. Proprio il 27 novembre del 2018, con il decreto ingiuntivo n.2308/18 emesso dal Tribunale di Latina, si chiedeva il pagamento di 139mila euro entro 10 giorni. Un pagamento mai avvenuto e che ha portato al pignoramento di tutti i crediti che l'associazione aveva con Ministero dell'Interno, Regione Lazio, Comune di Latina, Comune di Sezze e tre banche italiane. In pratica, da quel momento la Karibu non avrebbe più potuto ricevere fondi pubblici.
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Ed è proprio per questo motivo che, dopo 10 anni di finanziamenti ministeriali ottenuti senza bando, nel 2019 viene scelta un'altra associazione per i fondi anti-caporalato. Ma la Karibu, non si sa come, all'apertura delle buste aveva presentato l'offerta economica più vantaggiosa. A nulla è servito il ricorso al Tar, bocciato a causa di incongruenze. Dai bilanci emerge infatti che l'associazione, dal 2020, riusciva ad andare avanti grazie alla vincita di bandi comunali e ministeriali. L'ultimo di questi, lo scorso aprile, ha visto entrare nelle tasche della famiglia Soumahoro, con Karibu ed Aid entrambe vincitrici, la somma di circa un milione di euro per l'assistenza ai rifugiati ucraini.