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La moda traina i prodotti made in Italy

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Gianfranco Ferroni
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Il made in Italy alla riscossa: sinonimo di eccellenza nel mondo, grazie alla filiera italiana del tessile, della moda e dell'accessorio. Questo è il punto fermo che emerge dalla ricerca che hanno presentato ieri a Roma Confindustria Moda, la federazione che riunisce le sette associazioni industriali italiane del settore Tessile Moda e Accessorio, e Censis, durante un evento che ha visto il contributo di Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero della Cultura, con il presidente di Confidustria Moda Ercole Botto Poala e il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii. Lo studio «Il valore del settore Moda nell'Economia e nella Cultura», oltre a mettere in luce il valore strategico della filiera per tutto il Paese, evidenzia come un investimento pubblico porterebbe enormi vantaggi, da un punto di vista economico, sociale e culturale. Il settore del tessile, della moda e dell'accessorio evidenzia nel 2021 un fatturato complessivo prossimo ai 93 miliardi di euro, e si compone di oltre 60 mila imprese con circa 550 mila addetti. Il valore dell'export è di quasi 68 miliardi di euro, di cui 40 miliardi di euro per esportazioni extra Ue.

 

 

La potenza economica del settore e il suo valore strategico sono confermate anche da altre indicazioni: si tratta della seconda industria italiana per numero di occupati e nella graduatoria Ue relativa ai settori è al primo posto per valore aggiunto, con 21 miliardi di euro. Il ruolo nell'economia della filiera rappresentata da Confindustria Moda è trasversalmente riconosciuto dagli italiani che, infatti, la ritengono importante nel 95,7% dei casi: per il 58,3% molto importante e per il 37,5% abbastanza. L'importanza che gli è attribuita non rinvia ad un generico apprezzamento, poiché l'87,5% richiama la capacità del settore di creare occupazione e reddito, convinzione più diffusa al Centro (91,3%), tra i laureati (88%) e le donne (89,7%), che resta alta trasversalmente a territori e gruppi sociali.

 

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