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Il business del cibo sintetico che fa ricchi i produttori Usa. A breve l'ok Ue

Adriano Bonanni
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Per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la «carne» in provetta. A darne notizia sono Coldiretti e Filiera Italia dopo l'annuncio della Food and Drug Administration (Fda) di aver approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un'azienda che produce «pollo» sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore. Si tratta - sottolineano Coldiretti e Filiera Italia - della prima autorizzazione al consumo umano di cibi in provetta rilasciata dall'Autorità alimentare statunitense che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti. Fondata nel 2015 come prima azienda al mondo di carne in provetta Upside Foods, con sede a Berkeley, in California, produce «carne», «pollame» e «frutti di mare» sintetici ed ha raccolto fondi per un totale di 608 milioni di dollari, anche da Abu Dhabi Growth Fund (ADG), Bill Gates, Richard Branson, Kimbal e Christiana Musk, Cargill, Baillie Gifford, Future Ventures, John Doerr, John Mackey, Norwest, Softbank, Temasek, Threshold, Tyson Foods e altri.

 

 

L'avvenuta approvazione negli Stati Unti potrebbe aprire presto la strada - secondo Coldiretti e Filiera Italia - ai «cibi sintetici» nell'Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Una preoccupante novità contro la quale si schiera il 75% degli italiani che non sarebbe disposto a portare a tavola nel piatto la «carne» di Frankestein secondo gli ultimi dati del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi economica. Per questo in Italia è partita la grande mobilitazione di Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica contro il cibo sintetico, con il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell'intera filiera del cibo Made in Italy. L'obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l'uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla «carne» prodotta in laboratorio al «latte» senza mucche fino al «pesce» senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell'hi tech.

 

 

Per quanto riguarda la «carne» da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non è carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato, non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l'ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c'è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani delle grandi multinazionali. «Le bugie sul cibo in provetta confermano che c'è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Tutta la filiera agroalimentare italiana dice no ai cibi sintetici. Contrasteremo insieme quelle poche multinazionali globali che pensano con i loro 25 miliardi di dollari investiti in disinformazione di distruggere il nostro lavoro distintivo e di qualità, mentendo sul danno fatto ad ambiente e consumatori» ha affermato Luigi Scordamaglia consigliere delegato Filiera Italia. Anche dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida arriva un no netto: «Il governo è contrario al cibo artificiale, come dimostrato anche dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha espresso formalmente la sua contrarietà. Come ministro dell'Agricoltura è mia ferma intenzione contrastare in ogni sede questo tipo di produzione».

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