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Ue, il bluff del price cap al gas: solo un deterrente da non usare mai

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La Commissione europea ha elaborato una proposta per il price cap al gas. Ma vorrebbe che fosse solo un deterrente e non doverlo mai usare perché comunque presenta dei rischi per le forniture all’Ue. A Bruxelles lo hanno chiamato «meccanismo di correzione del mercato» e verrà attivato solo in condizioni di emergenza, rispettando criteri molto rigidi, e potrà essere disattivato dalla Commissione in qualsiasi momento. In ogni caso va registrato l’elemento politico: l’esecutivo Ue si è arreso alla richiesta, sempre più pressante, di un gruppo di Paesi guidato dall’Italia. Ma, come spesso succede a Bruxelles, il tutto si regge su un compresso molto delicato. 

 

 

La proposta di base, che verrà discussa dai ministri Ue dell’Energia nel Consiglio straordinario di giovedì prossimo, prevede due condizioni: «Il tetto si attiva se la base di prezzo del Ttf (la quotazione di Amsterdam) raggiunge un livello predefinito e se l’aumento del prezzo non corrisponde ad un analogo aumento a livello di mercato mondiale (nel confronto con i prezzi del gas naturale liquefatto)». In sostanza il tetto sarà fisso (non ancora stabilito) ma le circostanze per attivarlo saranno dinamiche: in caso di problemi alle forniture non varranno più e il price cap verrà accantonato. In ogni caso il meccanismo non riguarda le transazioni bilaterali (ulteriore elemento di garanzia per gli Stati scettici). Nello specifico, la prima condizione si verifica quando il Ttf mensile, ovvero il prezzo del gas fissato al mercato finanziario di Amsterdam, supera una soglia per un numero di settimane (entrambi i valori sono ancora da determinare). La seconda condizione si verifica laddove il differenziale tra il valore del Ttf e un ’panierè di prezzi del Gnl supera una soglia per un numero di giorni (anche queste cifre sono ancora da determinare).

 

 

«Il price cap sul gas non è pensato per essere attivato e disattivato cinquanta volte l’anno. In una situazione ideale non dovrebbe essere mai attivato perchè vuol dire che l’effetto deterrente che cerchiamo ha funzionato», ha spiegato un funzionario della Commissione europea che lavora al dossier. «Non è assolutamente uno strumento per amministrare il prezzo del gas. È uno strumento di emergenza e dovrà essere usato come tale», ha sottolineato. A tal proposito, «al fine di garantire un effetto immediato, si propone che i valori per l’attivazione del meccanismo siano fissati in anticipo, in modo da evitare lunghe procedure decisionali che potrebbero ritardare notevolmente la sua attivazione e l’effetto di smorzamento dei prezzi previsto», su legge nella proposta scritta dalla Commissione su richiesta dei leader Ue. Il testo finale, ha avvertito Bruxelles, «dovrebbe contenere salvaguardie efficaci per garantire che il meccanismo possa essere sospeso in qualsiasi momento se dovesse portare a gravi perturbazioni del mercato che incidono sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sui flussi intra-Ue». Una precisazione che va incontro alle preoccupazioni dei Paesi più scettici nei confronti del price cap perché ritengono possa spingere i fornitori di gas a vendere altrove il loro prodotto, lasciando l’Europa senza energia.

In sintesi il price cap può evitare il ripetersi dei picchi di prezzo, come quello che si è verificato ad agosto, ma occorre fare attenzione a non fissare soglie troppo basse che metterebbero a rischio le forniture di energia.

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