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Migranti, i caritatevoli francesi cacciano 44 sbarcati dalla Ocean Viking

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Alessio Buzzelli
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La Francia ha disposto l'espulsione dal proprio territorio di 44 dei 244 migranti presenti sulla nave Ocean Viking, sbarcati la scorsa settimana a Tolone, dopo che la loro richiesta d'asilo è stata respinta dalle autorità. Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno francese Gèrald Darmanin, durante una sessione di domande al Governo tenutasi nella mattinata di ieri: «Queste persone saranno ricondotte nel Paese di origine non appena le loro condizioni di salute lo consentiranno», ha dichiarato Darmanin, precisando poi come sia «ancora in corso l'esame dei dossier» riguardanti le altre persone presenti sull'imbarcazione Ong, tutte ancora in attesa di conoscere il proprio destino.

La Francia, così, ha iniziato a fare quello che dal punto di vista dell'Eliseo non sarebbe invece concesso fare - chi sa perché - all'Italia, ovvero passare al setaccio le richieste d'asilo e, nel caso, procedere con l'espulsione o il rimpatrio dei richiedenti.

Un'operazione che oggi la Francia annuncia per appena 44 migranti, i quali peraltro sono, ironia della sorte, esattamente un millesimo dei 44mila sbarcati invece in Italia negli ultimi tre mesi. Il braccio di ferro innescato dal Governo italiano sul fronte immigrazione - e la fermezza dimostrata in seguito nel tenere il punto - inizia dunque a dare i propri frutti, foss' anche solo per aver costretto le altre Nazioni a giocare a carte scoperte, dimostrando così all'opinione pubblica italiana ed europea quanta ipocrisia politica si celasse dietro l'atteggiamento moralistico francese nei confronti dell'Italia.

E se «la crisi diplomatica» in corso con l'Eliseo sembrerebbe sulla via della ricomposizione («penso che la crisi con la Francia sia già quasi rientrata, non ci sarà alcuna difficoltà per l'Italia, si è solo discusso su un tema», ha sottolineato ieri il Ministro della Difesa Crosetto), lo stesso non si può dire per gli equilibri politici interni francesi, in questo momento più instabili che mai. E ciò principalmente perché, come osservato da diversi commentatori, l'affaire Ocean Viking avrebbe messo in seria difficoltà Macron, oggi orfano di una maggioranza solida in parlamento e stretto nella tenaglia composta da un parte dalla sinistra di Mélenchon e, dall'altra, dalla destra lepenista. Le due opposizioni, infatti, starebbero cavalcando la delicata situazione odierna per mettere il Presidente alle strette, forti anche dell'appoggio di un'opinione pubblica che appare sì spaccata a metà sul tema migranti, ma che si presenta invece unanime, per ragioni diverse, nel criticare l'operato del Governo francese.

Tutto questo si va ad aggiungere al perentorio «no» fatto recapitare nei giorni scorsi dalle altre cancellerie europee - quella tedesca su tutte - all'Eliseo, il quale aveva in buona sostanza invitato gli altri stati membri a isolare l'Italia sul fronte migranti come «ritorsione» per il mancato sbarco della Ocean Viking. «Continueremo ad attenerci al meccanismo di solidarietà nei confronti del Paesi che permettono l'approdo di migranti salvati in mare ha dichiarato l'11 novembre scorso un portavoce del Governo tedesco - E ciò vale anche per l'Italia, la quale ha comunque accordato lo sbarco di tre navi». Una bocciatura di fatto per la linea dura del Governo francese, che ora rischia davvero di uscire da questa storia come il grande sconfitto.

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