Migranti, “svolta pericolosa”. Scoppia la rivolta interna contro Macron: bordata dell'ex ministro
Critica aperta dell’ex ministro dell’Interno Gèrard Collomb alla decisione del governo di aver accolto i passeggeri della nave umanitaria Ocean Viking, aprendo così «una nuova breccia» che segna una «svolta pericolosa nella politica migratoria» in Francia. In un’intervista al quotidiano Le Point, Collomb ha evidenziato come nella vicenda della Ocean Viking, «al di là degli aspetti emotivi» - l’accoglienza di 234 migranti soccorsi al largo della Libia, dopo 20 giorni in balia del mare e un braccio di ferro politico tra Parigi e Roma - «sono in gioco le fondamenta della politica dell’immigrazione» della Francia. Prendendo le distanze dalla decisione varata dal presidente Emmanuel Macron - dietro pressioni da alcune forze politiche e della società civile - Collomb ha spiegato che sono le stesse motivazioni che nel 2018, quando era alla direzione di Matignon, lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni. Per la prima volta da quella decisione l’ex ministro dell’Interno ha apertamente riconosciuto le sue divergenze con il capo dello Stato francese in materia di «problematiche migratorie».
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Nel 2018, era stata la proposta di creazione di un hotspot a Tolone o Marsiglia a portare Collomb, fermamente contrario, a lasciare l’incarico. «Tutti i miei team allora mi dimostrarono, infatti, che vista la legislazione francese ed europea, se avessimo accolto dei migranti in questo tipo di centri, non saremmo più riusciti a farli partire» ha raccontato l’ex ministro dell’Interno a Le Point, ricordando la linea allora paventata da Macron di aprirne uno a Marsiglia o Tolone dopo il rifiuto di Tunisia, Marocco e Albania. Fu così che «rifiutandomi di entrare in questa spirale e di lasciare costruire un centro di accoglienza di migranti che in futuro potrebbero essere responsabili dell’uccisione di persone o di violenze, nell’ottobre 2018 ho deciso di rassegnare le dimissioni» ha ancora detto Collomb al media francese.
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Se Collomb non ha mai esplicitato le vere motivazioni è stato «per non nuocere gravemente a Emmanuel Macron in quanto un mio intervento prima delle presidenziali avrebbe potuto invertire il risultato e Marine Le Pen avrebbe potuto vincere, ecco perché ho preferito tacere». Ora invece Collomb ha espresso apertamente la sua contrarietà all’accoglienza della Ocean Viking che «crea un precedente e non può che incoraggiare le reti di trafficanti per i quali i migranti sono fonte di notevoli guadagni». Secondo l’ex ministro francese «possiamo essere commossi da tutti questi casi individualmente, ma per attenerci solo a una reazione di sensibilità, stiamo rafforzando il problema più che lo stiamo risolvendo». Rivolgendosi direttamente a Macron, il suo ex ministro gli chiede di non rinchiudersi in questa politica. «Se continua, la prossima volta non saranno più i politici moderati a dover gestire i problemi dell’immigrazione» ha avvertito Collomb, citando l’esempio della Svezia, dove l’estrema destra è diventata la seconda forza politica. Aria tesa per Macron, già alle prese con lo scontro con l’Italia.
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