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Rosario D'Onofrio arrestato per traffico internazionale di droga. Dimissioni dall'Aia

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Scandalo per l’Associazione Italiana Arbitri. Il capo della procura nazionale arbitrale Rosario D’Onofrio è stato arrestato nell’ambito di una maxi inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla GdF, che ha smantellato due gruppi di trafficanti di droga capaci di muovere oltre sei tonnellate di di marijuana e hashish, tra il 2019 ed il 2021. L’ex ufficiale dell’Esercito è finito in carcere con l’accusa di essere «”a persona incaricata (...) anche di organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e tra queste attività, (...) di reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico in sicurezza dei bancali all’interno dei quali era contenuto lo stupefacente”.

 

 

D’Onofrio nel frattempo si è già dimesso: l’addio era stato già formalizzato lo scorso 10 novembre, subito dopo l’operazione ant-droga. D’Onofrio aveva assunto il ruolo sotto la precedente gestione dell’Aia che si ritiene parte lesa: l’ex militare era entrato nella disciplinare Aia sotto la presidenza Marcello Nicchi e poi nominato sotto quella di Alfredo Trentalange.

 

 

Stupore all’interno dei vertici calcistici italiani, con una reazione affidata a Gabriele Gravina, presidente della Figc: “Sono sconcertato, ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del Comitato Nazionale su proposta del presidente dell’Aia. Una cosa è certa, la FIGC assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale”. Una brutta figura per tutto il movimento arbitrale italiano.

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