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Migranti, la rivolta dell'Italia e dei paesi del Mediterraneo: “Ricollocamenti deludenti”

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Mentre resta alta la tensione tra Italia e Francia sul caso della Ocean Viking, la nave della ong Sos Méditerranée con a bordo 230 migranti fatti sbarcare nel porto di Tolone, l'Italia costruisce un'asse con i Paesi del Mediterraneo. "Riteniamo urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio le operazioni nel Mediterraneo, anche garantendo che tutte queste navi private rispettino le pertinenti convenzioni internazionali e le altre norme applicabili, e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali. Chiediamo alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione", si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri dell'interno di Italia, Malta e Cipro e del ministro della migrazione e dell'asilo della Grecia.

 

 

È la risposta a una crisi diplomatica, quella con Parigi, che potrebbe approdare anche al G20 di Bali, dove la premier Giorgia Meloni è attesa il 15 e il 16 novembre. La presidente del Consiglio ha già in programma un incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma nulla esclude che ci sia la possibilità di un faccia a faccia con il presidente francese Emmanuel Macron. Potrebbe essere l'occasione per ricucire, anche se il governo non sembra voler fare passi indietro sulla linea che ha portato allo scontro. Ieri Meloni è stata chiara, definendo "aggressiva, incomprensibile e ingiustificata" la reazione del governo francese sulla stretta alle frontiere. E ha annunciato "nuovi provvedimenti" sulle ong, che potrebbero rispolverare alcune norme dei 'decreti Salvini' prevedendo maximulte per le Ong e il sequestro delle navi.

 

 

In questo solco si inserisce l''alleanza' con i Paesi vicini, che non porta però la sigla della Spagna. "L'Italia, la Grecia, Malta e Cipro, in quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale, si trovano a sostenere l'onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo", si legge ancora nella nota dei ministri dell'Interno, che sostengono "con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri". Intanto, "in attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali", aggiungono, ribadendo che "il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale", secondo il quale "ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera". E infine, chiosano, "il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri" rappresenta "solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno".

 

 

Non bastasse tale iniziativa, oggi è il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a ribadire la posizione del governo: "L'Europa batta un colpo", afferma, e "visto che tutti si riempiono la bocca della parola 'solidarietà europea', vediamo di applicarla. Se nel corso di quest'anno fra le decine di migliaia di immigrati arrivati in Italia la famosa solidarietà europea ne ha collocati solo 117 negli altri paesi, dove sta la solidarietà europea?". Per il leader della Lega, dalla tensione con la Francia sui migranti si esce "col buonsenso. Sono orgoglioso di quello che il governo sta facendo da tutti i punti di vista, sono in totale sintonia con quello che il presidente Meloni e il ministro Piantedosi stanno portando avanti e conto che l'Europa faccia la sua parte".

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