Gli immigrati arrivano, gli italiani scappano. Fuga dei giovani all'estero, sono più dei profughi
Rapporto Migrantes: all'estero è residente il 5,8% degli italiani. E negli ultimi anni la tendenza è in aumento
Mentre si discute di emergenza immigrazione, esiste una tendenza ancora più eccentuata: quella dell'emigrazione. Sono più gli italiani all’estero degli stranieri residenti nella Penisola, ed è un paese interculturale quello che emerge dal Rapporto italiani nel mondo di Migrantes. In Italia l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti sono stranieri (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre risiedono all’estero il 9,8% dei nostri connazionali (oltre 5,8 milioni).
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I giovani partono più di tutti gli altri, con oltre 2 milioni di espatriati under 35, e dopo la frenata degli anni della pandemia, riprendono anche i viaggi di formazione e studio. Quella degli italiani all’estero è una popolazione perlopiù giovane, che spesso parte e non ritorna, il più delle volte spinta dagli alti tassi di disoccupazione. Dal 2006 ad oggi la presenza degli italiani all’estero è progressivamente cresciuta passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni. Mentre l’Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% che diventa il 5,8% dal 2020.
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L’attuale comunità italiana fuori confine è costituita da oltre 841 mila minori (il 14,5% dei connazionali complessivamente iscritti all’Aire) moltissimi di questi nati all’estero, ma tanti altri partiti al seguito delle proprie famiglie. Ai minori occorre aggiungere gli oltre 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni (il 21,8% della popolazione complessiva Aire, che arriva a incidere per il 42% circa sul totale delle partenze annuali per solo espatrio). Non bisogna dimenticare, infine, tutti quelli che partono per progetti di mobilità di studio e formazione - che non hanno obbligo di registrazione all’Aire e chi è in situazione di irregolarità.
Le mete preferite sono i paesi europei: il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania. Circa l’81% dei flussi degli emigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana tra il 2012 e il 2020 è diretto verso un altro paese europeo; si tratta complessivamente di quasi 86 mila individui.
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Infine, la Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui parte il maggior numero di italiani che espatriano. Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine.