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Flat tax per gli autonomi con guadagni fino a 85-90mila euro. La manovra del governo

Gianluca Zapponini
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La flat tax per gli autonomi fino a 100 mila euro, immaginata dalla Lega, al momento non si può fare. La coperta è corta, ancora una volta. D'altronde con un debito di 2.757 miliardi è quasi sempre così. E allora, il governo Meloni per non venire meno alle promesse elettorali ha deciso di farla comunque, ma abbassando il tetto, che da 100 mila euro potrebbe a questo punto scendere di un po', tra gli 85 mila e i 90 mila euro.

L'indicazione è arrivata da chi la manovra la sta scrivendo, di concerto con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, da ieri impegnato nel suo primo Eurogruppo-Ecofin a Bruxelles, ovvero il sottosegretario al Mef, Federico Freni (nella foto). Il quale, ai microfoni di Radio 24, ha ammesso il ripiegamento parziale del governo sul fronte della flat tax. Il raggiungimento del target di 100 mila euro, auspicato dal leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, «dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche un po' meno dipendenti da noi. Certamente in legge di Bilancio troveremo il passaggio da 65 mila ad almeno 85 mila».

 

Se alla fine si modificherà in questo senso la tassa piatta, misura bandiera del Carroccio, ma anche di Forza Italia che però l'ha sempre voluta al 23%, vorrà dire che gli autonomi si vedranno tassati al 15% tutti i loro redditi fino al tetto di 85 oppure 90 mila euro. Questo per quanto riguarda la parte di lavoro autonomo. Poi, infatti, c'è il capitolo dipendenti, per i quali il governo vorrebbe fare sua la proposta di Fratelli d'Italia, cioè la tassa forfettaria ma incrementale. In pratica un prelievo flat ma solo su quanto guadagnato in più rispetto all'anno precedente. Ambedue le opzioni, sia la flat tax per gli autonomi, sia per i dipendenti, andrebbero comunque a soppiantare il principio di progressività fissato ad oggi con gli scaglioni Irpef. Ora però occorre fare attenzione all'evasione, terreno su cui l'esecutivo punta peraltro a reperire parte delle risorse con cui finanziare la tassa piatta. Qui è la relazione che accompagna il recente aggiornamento della Nadef a fare chiarezza o almeno provarci. «L'introduzione di una flat tax sino a una certa soglia può generare comportamenti anomali in corrispondenza della soglia medesima.

 

L'analisi statistica sembra confermare per il 2019 un effetto di autoselezione dei contribuenti con ricavi e compensi al di sotto della soglia massima di 65 mila euro, al fine di beneficiare dell'agevolazione prevista dal regime forfetario» si osserva. Due le ragioni. Da una parte «può dipendere da una riduzione dell'attività produttiva» ma dall'altra «da una tendenza a sottodichiarare i ricavi pur di non superare la soglia dei 65 mila euro». 

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