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Navi Ong nel Mediterraneo, Piantedosi: "Ci faremo carico solo delle esigenze umanitarie"

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L'Italia si farà carico solo delle esigenze umanitarie. Per tutto il resto l'obbligo di assistenza dei migranti è in capo ai Paesi di bandiera delle navi. A spiegarlo è il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, parlando ieri in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Il titolare del Viminale coglie l'occasione per far sapere che c'è un'altra nave, la Rise Above, con 94 profughi a bordo, che si sta dirigendo verso Siracusa. E «ci è stato segnalato un tentativo di rivolta a bordo», aggiunge. Per quanto riguarda le imbarcazioni delle ong - spiega ancora il ministro - «noi riteniamo che sia un problema che vada condiviso con i Paesi di bandiera. In ossequio ai principi di diritto internazionale, quando si sale a bordo di una nave in acque internazionale è come se si fosse saliti su un'isola sotto l'egida territoriale di quel Paese. E questo dovrebbe far radicare gli obblighi di assistenza».

Una tesi che non convince affatto la Norvegia, chiamata in causa per la nave Ocean Viking, con a bordo 234 migranti, che batte, appunto, bandiera norvegese. «Il nostro Paese - precisa l'ambasciatore norvegese a Roma Johan Vibe, in una lettera inviata alla Reuters - non ha alcuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo».

Oslo, insomma, se ne lava le mani, appellandosi al diritto del mare e dimostrando così di non aver nessuna intenzione di collaborare in un'emergenza che, in teoria, riguarderebbe l'intera Europa, Norvegia compresa, sebbene non sia membro Ue. «Di una nave norvegese si faccia carico la Norvegia. Di una nave tedesca la Germania. Di una nave spagnola se ne faccia carico la Spagna. Gli italiani hanno scelto un governo che si fa rispettare all'estero», è la netta presa di posizione di Matteo Salvini, che aggiunge: «Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le ong straniere. Sono orgoglioso di aver firmato il provvedimento, insieme ai ministri Piantedosi e Crosetto. Difendere l'Italia non è un reato bensì un dovere», dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Intanto, arriva un'apertura della Francia, che mostra un minimo di solidarietà rispetto agli altri Paesi. Almeno stando a quanto dichiarato dal ministro dell'Interno Gérald Darmanin, il quale ha lasciato intendere la volontà da parte di Parigi di non lasciare Roma del tutto sola in questa vicenda. «Abbiamo detto all'Italia - ha dichiarato ieri mattina il ministro ai microfoni di Rmc-Bfmtv - che se quella nave umanitaria (Ocean Viking) verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l'Italia non si debba prendere carico da sola di questo fardello». Un segnale di collaborazione, quello di Parigi, che, sebbene moderato (non a caso si parla di dare ospitalità solo a «una parte dei migranti», specificatamente «donne e bambini») e tutto ancora da dimostrare. Il ministro Piantedosi comunque tira dritto e impone alla nave tedesca Humanity lo stop in rada per il tempo necessario agli eventuali soccorsi. Ma niente di più. 

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