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Auto blu made in Italy, rivoluzione a Palazzo Chigi. Prese sei Fiat Tipo ibride

Dopo la Giulia per Meloni, sei berline Fiat Tipo in sostituzione delle Ford

Dario Martini
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Svolta sovranista al parco macchine della presidenza del Consiglio. Per essere esatti è più corretto dire che il nuovo corso targato Giorgia Meloni privilegia chiaramente le auto «Made in Italy» rispetto a quelle straniere. È ancora fresco il ricordo della neo premier al suo esordio a Palazzo Chigi, perla cerimonia della campanella, quando si è presentata a bordo di un'Alfa Romeo Giulia. Una classica berlina italiana, sportiva, prodotta nello stabilimento di Cassino e dotata delle due bandiere, il tricolore sul lato destro e quella con lo stemma della Repubblica sul lato guida. Adesso, la rivoluzione continua con la sostituzione di sei auto Ford Focus con altrettante berline Fiat Tipo, ad alimentazione ibrida (benzina/elettricità). Non si tratta certo di «macchinoni». Sono veicoli sobri, che il Segretariato generale della presidenza del Consiglio definisce una «valida soluzione operativa per l'assolvimento del servizio di trasporto istituzionale».

 

La determina d'acquisto porta la data del 21 ottobre scorso. Lo stesso giorno in cui Meloni ha ricevuto l'incarico a formare il governo dal capo dello Stato. Le sei Fiato Tipo (1500 cc130 cv) sono acquisite secondo la formula del noleggio. Avrà una durata di tre anni, per una percorrenza massima di 90mila chilometri. La consegna non avverrà subito.

 

È stimata in 210 giorni. Saranno disponibili dal primo luglio del prossimo anno. Nel frattempo, Palazzo Chigi potrà contare su veicoli in sostituzione di pari segmento. Il costo delle «Tipo istituzionali» è di 100.224 euro al netto dell'Iva (122.273 euro complessivi), considerando che il canone di noleggio mensile è pari a 464 euro. Ovviamente, questi non sono tutti i veicoli in dotazione. In totale le auto blu della presidenza del Consiglio sono 31, di cui 30 a noleggio e una in comodato. Ci sono anche macchine più «importanti», modelli sicuramente superiori e di produzione estera. Ma la svolta «Made in Italy» proseguirà. D'altronde, la stessa Meloni per recarsi al giuramento al Quirinale ha preferito una «patriottica» Fiat 500 X rispetto alla Mini che utilizzava in precedenza.

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