Migranti, le navi bloccate da Piantedosi si ribellano: "Non ci hanno informato"
Le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1, attualmente in navigazione nel Mediterraneo, non sono «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale» perché, secondo quanto si apprende, «le operazioni di soccorso sono state svolte in piena autonomia e in modo sistematico in area Sar senza ricevere indicazioni dalle Autorità statali responsabili di quell’area Sar, ovvero Libia e Malta, che sono state informate solo a operazioni avvenute».
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Sono queste le motivazioni che hanno portato all’adozione delle note verbali del ministero degli Esteri sulla base delle quali è stata emanata la direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, inviata ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto. Inoltre, secondo quanto si apprende, anche Italia è stata informata solo a operazioni effettuate.
Ocean Viking non ha finora «ricevuto comunicazioni operative» dal ministero dell’Interno su un eventuale veto all’ingresso nelle acque territoriali italiane, annunciato dal ministro Matteo Piantedosi, e sottolinea di «aver sempre operato nel rispetto della legge» informando le autorità sui soccorsi.
«Da anni - ha spiegato, interpellata dall’AGI, la ong Sos Mediterraneee, a cui fa riferimento la nave - informiamo passo dopo passo le autorità competenti sui distress cases e su tutta la nostra attività; da anni chiediamo a tutte le autorità competenti il coordinamento dei soccorsi, richieste a cui non rispondono».
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In meno di 3 ore la nave Ocean Viking ha effettuato due salvataggi in acque internazionali al largo della Libia. L’equipaggio ha avvistato dal ponte della nave e poi soccorso 33 persone, tra cui 4 minori, da un barchino di legno stracarica. Poco dopo, Ocean Viking ha soccorso altre 40 persone (tra cui 10 donne, 9 minori e 3 bimbi sotto i 4 anni) da una barca in vetroresina alla deriva. Alcuni sopravvissuti, sottolinea la ong Sos Mediterranee, hanno passato 30 ore in mare e presentano ustioni da carburante. In tutto sono 146 i naufraghi a bordo della nave, oggi entrata nel mirino del neo ministro dell’Interno.