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Carne artificiale, prodotta in laboratorio: Gabanelli svela l'affare del secolo. Pro e contro

Giada Oricchio
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La carne artificiale arriva sulle nostre tavole: cos’è, chi la produce e come può stravolgere il mondo agri-industriale che conta su un mercato di oltre 1.400 miliardi di euro. Milena Gabanelli, nella rubrica “Dataroom” per il Corriere della Sera, ha analizzato il “business del XXI secolo”.

La carne in laboratorio ha diversi vantaggi: risponde alla crescente domanda di cibo proteico, riduce i tempi di produzione, abbatte le emissioni di gas serra molto alte negli allevamenti intensivi, è più sicura dal punto di vista sanitario e svolge anche un ruolo etico. Svantaggi: gli effetti sull’organismo del cibo artificiale non sono noti, per la produzione serve più energia rispetto alla carne normale, un hamburger sintetico ha ancora un costo di gran lunga superiore a quello di origine bovina, gli allevatori perderebbero una gran fetta di mercato e le generazioni meno giovani sono restie a cambiare abitudini. Gabanelli spiega: “La carne artificiale detta anche «carne coltivata» si ottiene prelevando cellule staminali da un animale come già avviene per la medicina rigenerativa. (…). Il sistema su scala industriale sarà in grado di produrre da una sola cellula 10 mila chili di carne. In pratica quelle cellule per diventare hamburger impiegano poche settimane, mentre attraverso la crescita naturale di un bovino occorre un anno e mezzo”.

Sempre dal report “Dataroom” si apprende che la ricerca sul cibo del futuro è iniziata nel 2001: “Secondo i dati del «Good Food Institute» oggi 107 società in 25 Paesi si stanno occupando di carne artificiale. In Europa se ne contano 29, in Italia solo la start up trentina Bruno Cell. Gli investimenti nel settore hanno raggiunto 1,38 miliardi nel 2021, circa il 71% in più rispetto all’anno precedente”.

Fra gli investitori ci sono i tycoon mondiali: Bill Gates, Richard Branson,  Peter Thiel e Li Ka Shing, attori come Leonardo DiCaprio, ma soprattutto giganti alimentari e dell’industria della carne quali JBS, Tyson Foods, Kellogg’s e Cargill: “I principali investimenti sono in Nord America (701 milioni di dollari), segue il Medio Oriente (475 milioni di dollari) e l’Europa (121 milioni di dollari)”.

Dove si può assaggiare la carne artificiale? Al momento la vendita è consentita solo a Singapore, in Israele i clienti devono firmare una liberatoria per mangiare pollo coltivato, negli Usa a breve arriverà l’ok della Food and Drug Administration (FDA), mentre in Europa il prodotto dovrà superare il parere tecnico dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) e quello della Commissione. Secondo il rapporto «Cultivated meat: Out of Lab, into the frying pan» realizzato dalla società di ricerca McKinsey, la carne artificiale potrebbe creare un mercato da 25 miliardi di dollari entro il 2030.

 

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