Il flop dell'ultima battaglia "paritaria": nessuno vuole il doppio cognome
La sentenza della Consulta che cancellò l'automazione del cognome paterno fu accolta come una svolta. Eppure in pochi si avvalgono della possibilità
E' stata una delle battaglie "paritarie" più note degli scorsi mesi: dare ai genitori la possibilità di scegliere che cognome affibbiare al figlio: se quello del padre, quello della madre o finanche entrambi. Per settimane non si è parlato altro che del doppio cognome. E dei rischi che comportava. Cosa succederebbe se ognuno scegliesse di avere due cognomi: tra qualche generazione, a causa degli incroci, ne avremo tutti 4, 8, 16 e poi 32?
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E' un rischio che, però, al momento non sembra plausibile. Perché al momento nessuno sembra davvero interessato a questa nuova possibilità anagrafica. E' quanto emerge da una inchiesta de La Stampa "La crescita dei casi, attesa dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 1° giugno scorso che ne stabilisce l'attribuzione automatica, non c'è stata".
L'unica città un po' più sensibile al tema sembra essere Milano, dove circa il 18% delle coppie che hanno dato alla luce un bambino si è avvalso della possibilità del doppio cognome. Sempre in Lombardia anche la "maglia nera del fenomeno": Bergamo, con appena il 5% dei casi.
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"La tendenza - spiega La Stampa - pare abbastanza uniforme in tutto il Paese, nonostante la pronuncia degli Ermellini fosse stata accolta con favore - e definita «storica» - soprattutto tra gli under 35". All'atto pratico, però, l'entusiasmo si è spento.