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Il Tar del Lazio annulla la multa ad Amazon e Apple

Attilio Ievolella
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Vittoria per «Amazon» ed «Apple». La multa - quasi 115milioni di euro - loro comminata dall'Antitrust è stata spazzata via dai magistrati del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. A salvare le due aziende statunitensi è stata, secondo i giudici, la linea seguita dall'«Autorità garante della concorrenza e del mercato» nella procedura poi culminata nella multa ufficializzata nel novembre del 2021.

In particolare, si è impiegato troppo tempo per far partire l'istruttoria e si è dato troppo poco tempo alle due aziende per difendersi e per spiegare la loro posizione. Un anno fa l'Antitrust aveva censurato l'intesa raggiunta nel 2018 da «Amazon» ed «Apple», intesa che prevede la vendita diretta dei prodotti dell'azienda fondata da Steve Jobs solo tramite apposite pagine autorizzate presenti sul sito di «Amazon». Per essere precisi, a seguito dell'accordo, «Apple» ha optato per la vendita diretta dei propri prodotti su «Amazon», bloccando ogni strada per i rivenditori non autorizzati. Secondo l'«Antitrust», però, quella limitazione è frutto di una palese intesa anticoncorrenziale, che ha comportato anche la contrazione dei possibili sconti per i consumatori. Le due aziende statunitensi hanno ribattuto che il loro accordo mira a contrastare la contraffazione che affligge il commercio on line, limitando la vendita di prodotti della «Apple» a soli sessantasette rivenditori autorizzati, così da dare ai consumatori la certezza di acquistare prodotti originali.

A salvare le due aziende statunitensi è stata però la procedura seguita dall'Antitrust. I giudici del Tar Lazio hanno innanzitutto ritenuti tardivo l'avvio del procedimento promosso dall'«Autorità garante della concorrenza e del mercato»: ciò perché è stata deliberata l'apertura dell'istruttoria solo il 21 luglio 2020, a distanza di circa un anno e mezzo dalla segnalazione, mentre in questo arco temporale non sono state compiute, osservano i giudici, attività di particolare complessità. Altro punto a favore delle aziende statunitensi, poi, è stato il termine eccessivamente ridotto loro assegnato per presentare le osservazioni conclusive. Ciò ha comportato, secondo i giudici, una palese violazione del diritto di difesa di «Apple» e di «Amazon», soprattutto se si considera la complessità delle analisi svolte e l'importo della sanzione irrogata - una delle più alte stabilite dall'Antitrust e si raffronta il tempo assegnato alle parti, cioè quarantacinque giorni, con la durata della fase preistruttoria (diciassette mesi) e istruttoria (sedici mesi). Soddisfazione, ovviamente, hanno espresso le due aziende. «Continueremo a lavorare duramente per fornire un'ampia selezione di prodotti Apple, la qualità del servizio e la convenienza che i nostri clienti amano», hanno commentato da «Amazon». «Abbiamo team dedicati in tutto il mondo che lavorano con distributori, forze dell'ordine e funzionari della dogana per garantire che i nostri clienti acquistino prodotti originali», hanno sottolineato da «Apple».

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