Caso Jebreal, il sostegno dei penalisti internazionali a Meloni: "La difendiamo gratis"
Le Camere penali del diritto europeo e internazionale, l'associazione di penalisti cui aderiscono i più prestigiosi avvocati specialisti nel diritto penale e nelle estradizioni, si schierano con Giorgia Meloni. "Le Camere penali del diritto europeo e internazionale sono pronte a rappresentare e difendere gratuitamente Giorgia Meloni". Lo ha detto l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, facendo riferimento alla polemica con la giornalista Rula Jebreal.
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"La nostra è una organizzazione senza connotazioni ideologiche o partitiche che si batte per l'affermazione dei principi di legalità e del giusto processo non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. Riteniamo l'attacco a Meloni, cui esprimiamo la nostra solidarietà, un pessimo esempio di giornalismo e una umiliazione dei principi cardine dello Stato di diritto e della nostra Costituzione" sottolinea Tirelli. "La responsabilità penale è personale e questo significa che mai e poi mai le colpe dei padri possono ricadere sui figli. Riteniamo anzi che chi abbia scelto un percorso di impegno pubblico e sociale, pur in presenza di un cattivo esempio in famiglia, vada indicato come modelli da seguire. Demonizzare una persona, al di là delle divergenze ideologiche o politiche, usando storie familiari dolorose e drammatiche, checché se ne dica, è un atto di gravissima inciviltà e di vigliaccheria" prosegue il presidente delle Camere penali internazionali che sferra un duro attacco nei confronti della giornalista italo palestinese Rula Jebreal.
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"Le opinioni di tutti vanno tutelate e difese, ma questo non significa offrire a personaggi in cerca di visibilità, come la signora Jebreal, il potere di diffamare atteggiandosi poi a vittima - sottolinea il presidente delle Camere penali internazionali - Il libero giornalismo è uno dei fondamenti dello Stato liberale; ma a questo punto viene da domandarsi se la signora Jebreal confonda il diritto italiano con quello palestinese. Non si tratta di evocare censure o liste di proscrizione, che sono lontanissime dallo spirito che anima la nostra organizzazione internazionale a cui sono associati quasi mille avvocati in tutto il mondo, ma di riportare il dibattito pubblico entro i limiti civili. E questa sarebbe la nostra posizione anche se a subire un attacco vergognoso, come quello di cui è stata autrice, fosse stata la signora Jebreal" conclude Tirelli.