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Sanpellegrino, cos'è successo all'acqua. La fabbrica si ferma: "Senza anidride carbonica"

Giada Oricchio
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Due giorni di chiusura per lo stabilimento della San Pellegrino Terme. Lo stop alla produzione della celebre acqua è dovuto alla mancanza di anidride carbonica, fondamentale per rendere frizzante l’acqua minerale dalle proprietà digestive.

L’azienda bergamasca, di proprietà della multinazionale svizzera Nestlè, ha spiegato in un comunicato ufficiale, riportato dal Corriere della Sera, perché ha fermato le macchine il 15 e il 16 settembre nella fabbrica di Ruspino, nel Comune di San Pellegrino Terme: “A causa del persistere dei cali nella fornitura di anidride carbonica questa settimana si renderà necessario un fermo produttivo di due giorni. Nonostante il generalizzato problema di carenze di materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà del produttori di Co2, l'obiettivo dell'azienda è quello di continuare a ricercare nuove linee di approvvigionamento, per ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione”.

L'interruzione momentanea è conseguenza della crisi energetica aggravata dalla guerra in Ucraina. Già a giugno si parlava di una possibile carenza di anidride carbonica per il beverage con le bollicine, adesso la conferma: la scarsa disponibilità di Co2 ad uso alimentare è da imputare all’aumento dei costi dell'energia, alle difficoltà di trasporto e al boom dei rincari per plastica, alluminio, cartone e vetro. Due mesi fa, era toccato all’azienda piemontese Sant’Anna bloccare le linee di acqua gassata e bevande frizzanti per la mancanza di anidride carbonica.

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