Ucraina, Orsini all'attacco: la verità sulla controffensiva di Zelensky e il "crollo della Russia"
È da mesi che la Russia di Vladimir Putin sta per cadere da un momento all'altro, fiaccata dall'erosione economica e bellica. Ad andare contro la narrazione che vuole la guerra in Ucraina vicina a una soluzione grazie alla strategia del "sanguinamento" messa in atto dall'Occidente è Alessandro Orsini. Il sociologo afferma che "l'Unione europea deve creare il consenso intorno alla strategia del sanguinamento; deve convincere i cittadini che sia la strada giusta, l'unica percorribile". Questo porta a una chiusura di ogni ipotesi di dialogo con Mosca, ma anche "la distorsione dell'informazione per indurre gli italiani a credere che il crollo della Russia sia imminente", scrive il professore sul Fatto quotidiano.
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Insomma, la vulgata che la Russia sta per cadere è funzionale ai "falchi", quei "leader politici convinti di risolvere la crisi soltanto con le armi, come Biden, Draghi e Stoltenberg", attacca Orsini che fa alcuni esempi di disinformazione messa in atto dall'"establishment". Per esempio, non è vero che l'esercito che risponde a Putin è a corto di munizioni ma, come affermato dal comandante supremo dell'esercito tedesco, Eberhard Zorn, Mosca "dispone di uno sproposito di munizioni".
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E non sarebbe neanche vero che la controffensiva di Voldymyr Zelensky sia un successo, perché "l'Ucraina non ha le forze per liberare l'Oblast di Kherson o la Crimea". Orsini cita il Washington Post che ha pubblicato una intervista a nove soldati ucraini mutilati dai russi e ricoverati a Odessa, in due ospedali sotto il controllo ucraino. ""Questi soldati dicono che la controffensiva di Zelensky è un fallimento, perché la sproporzione tra le forze russe e quelle ucraine è enorme. Ma questo non può essere detto agli italiani, i quali devono pensare che anche oggi la Russia cadrà domani", conclude il sociologo.