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Petrolio ai minimi da inizio gennaio. Mercato in preda al panico

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Il prezzo di un barile di petrolio di West Texas Intermediate (Wti) ha chiuso a New York al livello più basso dall’inizio di gennaio, ovvero prima dell’invasione dell’Ucraina, in un mercato in preda al panico per la prospettiva di un calo della domanda. Un barile di Wti con consegna a ottobre ha perso al Nymex il 5,68% a 81,94 dollari. In dieci giorni ha ceduto di oltre il 16%. Quanto al barile di Brent, sempre con scadenza ad ottobre, è sceso del 5,20%, a 88 dollari. «Il mercato del petrolio è un bagno di sangue», ha osservato senza mezzi termini Edward Moya di Oanda in una nota. «Sembra che il rischio di perdere le forniture energetiche russe non sia più sufficiente per sostenere i prezzi, poiché i trader sono concentrati sulla domanda». L’analista ha menzionato la reazione del mercato agli scarsi dati sul commercio cinese, con un forte rallentamento della crescita delle esportazioni, al 7,1% annuo ad agosto dal 18% di luglio.

 

 

Le importazioni cinesi di greggio sono diminuite del 4,7% da inizio anno rispetto allo stesso periodo del 2021 e le importazioni di prodotti raffinati sono diminuite del 15,9%. A ciò si aggiunge la nuova ondata di restrizioni anti-Covid che ora colpisce diverse centinaia di milioni di cinesi, nel tentativo di arginare una nuova ondata del virus. Poi c’è il fronte della Russia. «Il presidente Vladimir Putin usa petrolio e gas come armi, ma il mercato piuttosto che preoccuparsi del suo impatto sull’offerta ha rivolto l’attenzione all’effetto (sulla domanda) che ha già prezzi alti per l’energia», ha osservato da parte sua Matt Smith della Kepler. Oggi il capo di Stato ha ribadito che la Russia non consegnerà più petrolio o gas a Paesi che impongono un price cap agli idrocarburi esportati da Mosca. 

 

 

Nella sua caduta, il Wti ha superato un’importante soglia tecnica, con la media dei prezzi a 50 giorni che è scesa al di sotto della media a 200 giorni, un fenomeno chiamato «death cross» che di solito indica un mercato in calo. Matthew Weller di StoneX sottolinea che il mercato ha avuto due opportunità di rimbalzo dall’inizio della settimana con, in primo luogo, l’annuncio dei tagli alla produzione da parte dell’Opec+. E poi, sulla scia della notizia dal sito israeliano Zman Yisrael, secondo cui il presidente Joe Biden aveva affermato al primo ministro israeliano Yair Lapid, durante il loro incontro di una settimana fa, che un accordo sul nucleare iraniano era escluso nel breve termine. Ma «ogni volta, il greggio riprendeva il suo declino dopo poche ore», ha osservato l’analista.

 

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