Femminicidio di Bologna, il procuratore Amato: "Fatto il possibile, dopo il delitto tutti professori"
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia, ha deciso di mandare gli ispettori a Bologna dove si è consumato l'ultimo violento femminicidio. Cartabia ha chiesto agli uffici dell'ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all'esito, valutazioni e proposte" a fronte delle ricostruzioni sul caso della donna uccisa dal suo compagno. Alessandra Matteuzzi, 57 anni, è stata uccisa a martellate mercoledì, nel cortile del condominio in cui viveva, in via dell'Arcoveggio a Bologna, dal suo ex compagno, il 27enne Giovanni Padovani. Secondo quanto ricostruito, a seguito della morte della donna a causa di un trauma cranico, e confermato dalla sorella della vittima, Matteuzzi aveva denunciato il comportamento dell'ex partner, che da qualche mese risultava ossessivo.
Per Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, tuttavia, "l’esito infausto nessuno lo poteva, ragionevolmente, prevedere. I fatti ci lasciano sconcertati, ma noi abbiamo fatto tutto con impegno e celerità. La denuncia è stata immediatamente iscritta e assegnata a una collega che, pur essendo in ferie, ha fatto partire gli accertamenti per i riscontri. La denuncia, va chiarito, evocava episodi di stalking semplicemente molesto". "Nessun ritardo" nelle attività investigative, secondo il procuratore che spiega al Corriere della sera: "Abbiamo aperto subito il fascicolo e attendevamo il lavoro dei carabinieri. In ogni caso la collega aveva specificato, in caso di accadimenti urgenti, di avvertirci per procedere di conseguenza. Questo risulta per iscritto. In questi casi il nostro ufficio segue una procedura molto rigorosa e documentata".
Femminicidio a Bologna: nulla da fare per la donna colpita con un martello in testa
"Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. L’episodio che poi si è verificato è stato qualcosa di diverso e imprevedibile rispetto al contenuto della denuncia che, ripeto, rappresentava episodi di molestie, spesso via social. Non di violenza", aggiunge. Ma ritrovarsi un ex nelle scale di casa, dopo che ha staccato la luce, non era motivo di allarme? "La Procura si muove con richieste di misure cautelare che vanno al Gip - risponde - Le nostre richieste devono essere riscontrate. Se poi ci sono situazioni emergenziali è la polizia giudiziaria che deve intervenire e, nel caso, procedere all’arresto. L’ordinamento non si può stravolgere". Quindi "non c’erano" gli estremi per un divieto di avvicinamento o per far scattare una vigilanza sotto casa. "Soloni dimenticano che i giudizi vanno rapportati alla situazione ex ante. Dopo un omicidio sono tutti bravi a fare i professori", conclude il magistrato.