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Covid, la variante Centaurus spaventa gli scienziati. Ecco perché è più pericolosa: lo studio

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La nuova variante del Covid Centaurus sarebbe più capace di aderire alle cellule del corpo umano, e dunque potenzialmente più pericolosa. È quanto emerso da uno studio dell’Università dell’Insubria, che ha pubblicato il primo articolo sugli effetti molecolari delle nuove mutazioni del SARS-CoV-2, uscito il 15 agosto sull’European Journal of Internal. Il lavoro è nato dalla stretta collaborazione tra Fabio Angeli, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Insubria e direttore della Cardiologia di Ics Maugeri di Tradate, Martina Zappa, bioteconologa del Dottorato in Medicina clinica e sperimentale e medical humanities dell’Ateneo, e Paolo Verdecchia, uno dei più affermati ricercatori italiani in ambito cardiovascolare. 

 

 

La ricerca ha dimostrato che le mutazioni di Omicron Centaurus (BA.2.75), la cosiddetta variante indiana del Covid, rendono il virus ancora più «adesivo» ai recettori delle nostre cellule rispetto alle precedenti varianti e, in particolare, a Omicron 5. Spiega Fabio Angeli: «La maggiore capacità di Centaurus nel legarsi ai recettori del nostro organismo, i cosiddetti Ace2, apre nuovi scenari pandemici e identifica questa variante come possibile dominante a livello mondiale. Sono ancora da verificare i suoi effetti in termini di aggressività, ma l’aumentata capacità di legarsi alle nostre cellule e la successiva paralisi dei recettori Ace2, che hanno un ruolo fondamentale nel regolare le nostre capacità vitali, ci fanno supporre anche una verosimile aumentata capacità nel creare danni al nostro organismo; questo sottolinea quanto sarà cruciale la nuova campagna vaccinale ed il ripristino delle misure di protezione individuale».

 

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