Gas, l'Italia resta in pre-allerta. Quando scattano i razionamenti: il piano del governo
L'Italia resta in pre-allerta e non è previsto, almeno nell'immediato, un passaggio al livello di allarme per la crisi del gas. Da Palazzo Chigi arrivano segnali confortanti nonostante le tensioni sui mercati dove i prezzi hanno ormai sfiorato la soglia psicologica dei 300 euro al Megawatt ora. Intanto il piano di risparmio del governo è pronto: gli ultimi ritocchi e verrà presentato, con ogni probabilità la settimana prossima. Le misure secondo indiscrezioni prevedono risparmi crescenti a seconda del livello di allerta per riscaldamento e condizionamento nel pubblico e per i privati e tagli nell’illuminazione pubblica.
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Per il momento l’Italia, sull’emergenza gas, "rimane in preallerta, non c’è nessun motivo di passare al livello 2, di allarme", spiegano all’Adnkronos fonti di governo secondo cui "gli stoccaggi sono all’80%, il gas russo è stato sforbiciato al 18% del totale mentre solo pochi mesi fa eravamo al 40%. L’importante adesso è fare i rigassificatori".
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Palazzo Chigi non esclude interventi decisi ma non sono all’ordine del giorno: nessun Consiglio dei ministri è previsto in settimana, e "l’esecutivo monitora con attenzione la situazione, pronto a non tirarsi indietro se ce ne sarà bisogno", rivelano le stesse fonti. L’Italia, dunque, resta in preallarme -early warning- il livello in cui ci troviamo dal 26 febbraio scorso, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. I due step successivi sono allarme, ’alert’, ed emergenza ('emergency'). Nei primi due il mercato va avanti e c’è un monitoraggio costante che, in caso di un impennata dei rischi, fa passare dal preallarme all’allarme; nel terzo, il mercato non può funzionare e scattano misure straordinarie, che vanno dall’utilizzo dello stoccaggio strategico al razionamento dei consumi.