Vaiolo delle scimmie, Matteo Bassetti: vaccino in dosi limitate, coinvolgere comunità Lgbt
Priorità assoluta agli omosessuali per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie. Lo ribadisce in un’intervista all’Italpress Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che lancia una proposta: "Dovremo dare molta importanza alle associazioni del mondo Lgbt come Arcigay e lavorare con loro. Quando ho dato questo messaggio che qualcuno ha criticato pesantemente molti mi hanno detto: hai fatto bene". Al momento "dovremo limitarci a questo perché le dosi sono molto limitate", avverte l’infettivologo. Poi la platea si potrà estendere "probabilmente agli operatori sanitari con un rischio maggiore: dermatologi, infettivologi, proctologi, chi lavora nei laboratori che manipola campioni a rischio. Ma se oggi avessi 10 dosi - chiarisce Bassetti - non avrei nessun dubbio: le indirizzerei a giovani maschi che hanno rapporti sessuali con altri maschi".
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Per quanto riguarda il Covid, il medico genovese riferisce che "la situazione è assolutamente tranquilla". Nel suo reparto a Genova "l’80% dei ricoveri riguarda patologie non Covid. E forme gravi di broncopolmonite come quelle che vedevamo nel 2020 e nel 2021 se ne vedono molto raramente". La priorità ora è vaccinare i più fragili col secondo booster: "Avremo sicuramente dei contagi, probabilmente avremo una nuova fiammata come quella di quest’estate, ma non credo che inciderà in maniera così pesante sulle strutture ospedaliere e sui decessi".
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Tuttavia, avverte Bassetti "molto dipende dalla possibilità di vaccinare, non come abbiamo fatto fino ad oggi con la quarta dose. È stata la cronaca di un fallimento annunciato: non si può partire con una campagna vaccinale nel pieno dell’estate sotto l’ombrellone. Bisognava partire da settembre con un’organizzazione come quella del 2021, magari coi vaccini già aggiornati, con una possente campagna vaccinale soprattutto per le campagne più fragili. Ora a settembre-ottobre dobbiamo impegnarci tutti".
Un modello che si ripeterà in futuro: secondo il primario genovese "dovremo abituarci al richiamo per i prossimi 2-3 anni: ci saranno nuove varianti, verrà aggiornato il vaccino, una volta all’anno ci vaccineremo e questo ci permetterà di guadare un fiume che non è più profondo come nel 2020 e 2021". Niente obblighi o strumenti come il green pass, ma "una forte raccomandazione per chi ha patologie che lo mettono a rischio o è più avanti con gli anni".
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Nel frattempo si moltiplicano i casi di virus west nile trasmesso dalle zanzare. "Solo nell’1% dei casi si manifesta la forma grave - ricorda Bassetti - ma la cosa più importante è che facendo un’adeguata disinfestazione con gli insetticidi nei mesi giusti il problema non c’è più. Non possiamo dire alla gente di coprirsi dalla testa ai piedi con 40 gradi. Purtroppo le zanzare entrano anche nelle case, bisogna fare molta attenzione alle fioriere e ai serbatoi d’acqua: cerchiamo di tenere il giardino più asciutto e pulito possibile".
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Intanto continua a crescere il numero di casi umani di infezione da West Nile Virus nell’ultima settimana di sorveglianza. Dall’inizio di giugno 2022 sono stati segnalati in Italia 144 casi confermati di infezione nell’uomo (94 nell’ultimo bollettino); di questi 87 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (22 EmiliaRomagna, 50 Veneto, 8 Piemonte, 5 Lombardia, 2 Friuli-Venezia Giulia), 23 casi identificati in donatori di sangue (3 Lombardia, 11 Veneto, 6 Emilia-Romagna, 3 Piemonte), 33 casi di febbre (1 Piemonte, 3 Lombardia, 27 Veneto, 2 EmiliaRomagna) e 1 caso sintomatico (1 Veneto).