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Langya, il nuovo virus cinese contagia 35 persone. Sileri e Bassetti: perché va tenuto d'occhio

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La nuova preoccupazione arriva ancora una volta dalla Cina, il virus Langya, nuovo ceppo di henipavirus di origine animale noto anche non la denominazione LayV che ha contagiato 35 persone in due province cinesi e che è stato descritto in un articolo pubblicato sul New England Journal. "Il virus va tenuto d’occhio, ma almeno al momento non esiste un rischio concreto in Italia", ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che ricorda come il numero dei casi sia ancora circoscritto: "Parliamo di 35 persone infettate da questo virus nell’arco di quasi quattro anni dalla sua scoperta, datata 2018. È un ’cugino' di altri due virus Hendra e Nipah, ma sembrerebbe trasmettersi, al momento, solamente dall’animale all’uomo. Ovviamente, se ci fosse trasmissione da uomo a uomo sarebbe molto più preoccupante", spiega Sileri.

 

A sottolineare un altro aspetto è Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. "È giusto che si parli di malattie infettive, ma va fatto nel modo giusto: il mondo della biologia è in continua evoluzione, ma questo nuovo virus zoonotico, denominato Langya henipavirus (LayV) - afferma -, non ha nulla a che fare con la Sars e con il Sars-Cov-2, anche perché non c’è trasmissione da uomo a uomo". 

 

Anche per l'infettivologo parliamo di "un virus che in quasi quattro anni, primo caso nel 2018, ha contagiato solo 35 persone e che, in più, ha dato sintomi abbastanza comuni come febbre, mal di testa, vomito", per tanto "mi pare non sia un grande problema. Giusto studiarlo per gli stessi, ma non coinvolgono emotivamente la popolazione". Immancabile una battuta sulla pandemia di Covid: "Ormai è un’infezione come tante altre: in ospedale facciamo terapie e trattamenti. Abbiamo ricoverato una 87enne non vaccinata e la stiamo tirando fuori dai guai", conclude Bassetti.

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