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Dal governo aiuti contro il caro energia. C'è l'ipotesi di far pagare meno contributi ai lavoratori

Benedetto Antonelli
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Pochi interventi su pochi temi importanti, utilizzando gli spazi fiscali disponibili soprattutto per interventi che prorogano quelli già effettuati. Con questo intento il governo si appresta a mettere a terra, entro la prossima settimana, il decreto Aiuti bis per cercare di contrastare gli effetti su famiglie, imprese ed enti pubblici legati all'incremento dei prezzi dei prodotti energetici, dell'inflazione, al perdurare del Covid-19 e alle ripercussioni del prolungato periodo di siccità. Un provvedimento che secondo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si muove «sulla strada giusta». Il premier Mario Draghi, nel nuovo round di incontri con le parti sociali, conferma «la volontà del governo di non abbandonare i lavoratori, i pensionati, le imprese». Davanti ai segretari di Cgil, Cisl e Uil ribadisce che la cornice entro la quale muoversi è di 14,3 miliardi di euro. Si tratta di «cifre non banali» rimarca il premier. L'obiettivo è contenere i costi dell'energia, restituendo al sistema economico italiano le risorse dovute alle maggiori entrate registrate nei primi sei mesi dell'anno e confermando i saldi di bilancio già previsti.

 

 

Secondo il leader della Cisl, Luigi Sbarra, «il governo, nonostante la crisi, ha mantenuto gli impegni», mentre Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil plaude a interventi «finalmente strutturali su stipendi e pensioni». Secondo quanto riferiscono i sindacati al termine della riunione, dovrebbe entrare nel nuovo provvedimento la proroga ulteriore del taglio delle accise sul prezzo dei carburanti e sarà prorogato anche l'intervento sugli sconti in bolletta per le famiglie in difficoltà. Tra i temi messi sul tavolo ci sono poi diverse novità: dall'ampliamento della platea del bonus di 200 euro di luglio anche a quei lavoratori precari e stagionali che erano stati esclusi precedentemente, all'ipotesi di far pagare meno contributi sociali ai lavoratori in modo da aumentare il netto in busta paga, da luglio a dicembre. Si pensa anche di anticipare la rivalutazione prevista dal primo di gennaio 2023 delle pensioni e di diminuire le decontribuzioni per i settori o per le aziende che non rinnovano i contratti. Il governo, inoltre, si è impegnato a recuperare, per quello che riguarda i bonus, i lavoratori dell'agricoltura che erano rimasti fuori.

 

 

Sindacati in pressing anche sull'estensione della tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche, delle multinazionali della logistica e dell'economia digitale. In questa fase - spiegano «serve recuperare risorse per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti dei pensionati e delle famiglie schiacciati dall'inflazione e dall'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e alimentari». Sul tema, a detta del ministro del Lavoro Andrea Orlando, sono emersi «utili suggerimenti sui quali continuiamo l'approfondimento». Nel pomeriggio c'è stato anche l'incontro con le associazioni datoriali, che sottolineano la necessità di proseguire con i sostegni alle imprese schiacciate dai costi elevati e dall'inflazione. Altro argomento che tiene banco è il taglio dell'Iva, tema sul quale il governo è «ancora indeciso», fa sapere Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti. Secondo Donatella Prampolini, vicepresidente Confcommercio, «in questo momento il mercato interno è un mercato in calo e quindi c'è bisogno di dare una risposta concreta alle imprese».

 

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