Cambia il confine tra Italia e Svizzera. Braccio di ferro dopo lo scioglimento dei ghiacciai
Cambia il clima e ritornano discussioni che sembravano ormai sepolte dalla storia. Il confine tra l’Italia e la Svizzera si è spostato a causa dello scioglimento dei ghiacciai nelle Alpi, mettendo in discussione l’ubicazione di un rifugio italiano di montagna. La linea di confine tra i due Paesi passa attraverso uno spartiacque, ma il ritiro del ghiacciaio Theodul ha portato la delimitazione fisica a spostarsi verso il rifugio Guide del Cervino, vicino alla vetta Testa Grigia di 3.480 metri. Nel 1984, quando il rifugio fu costruito su uno sperone roccioso, i suoi quaranta posti letto e i lunghi tavoli di legno erano interamente nel territorio italiano. Ma ora due terzi della struttura, compresa la maggior parte dei letti e del ristorante, è tecnicamente situata nel Sud della Svizzera. La questione è emersa perché l’area, un’importante meta turistica, si trova in cima a uno dei più grandi comprensori sciistici del mondo, con un nuovo progetto che prevede la realizzazione di una stazione della funivia a pochi metri di distanza.
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Un accordo sulla sovranità della zona è stato messo a punto a Firenze nel novembre 2021, ma il suo contenuto sarà reso noto solo una volta approvato dal governo svizzero, che non si esprimerà prima del 2023. Lo spostamento della frontiera è dovuto al ritiro del ghiacciaio Theodul, che ha perso quasi un quarto della sua massa tra il 1973 e il 2010. Ciò ha esposto la roccia sottostante, alterando lo spartiacque di drenaggio. L’ufficiale di frontiera svizzero Alain Wicht ha affermato che in passato c’erano stati altri adeguamenti della frontiera, che normalmente venivano risolti con un confronto tra i geometri dei Paesi confinanti, senza coinvolgere i politici. Tuttavia, questo «è l’unico luogo in cui all’improvviso abbiamo a che fare con un edificio» che conferisce «un valore economico» al terreno. I suoi omologhi italiani si sono rifiutati di commentare «a causa della complessa situazione internazionale».
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Sebbene l’esito della trattativa tra i due Paesi rimanga segreto, al custode del rifugio, Lucio Trucco, è stato garantito che la struttura rimarrà sul suolo italiano. «Il rifugio resta italiano perché siamo sempre stati italiani», ha affermato. «Il menu è italiano, il vino è italiano e le tasse sono italiane», ha aggiunto Trucco. Intanto, gli anni di trattative hanno ritardato la ristrutturazione del rifugio dal momento che i villaggi su entrambi i lati del confine non sono stati in grado di rilasciare alcun permesso di costruzione. I lavori non saranno quindi completati in tempo per l’apertura, prevista per la fine del 2023, della nuova funivia sul versante italiano del Piccolo Cervino.