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Il tetto al prezzo del gas è un autogol. "In Spagna e Portogallo buttano miliardi", l'allarme dell'analista

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L'Italia preme in Europa per introdurre un tetto al prezzo del gas ma altri Paesi lo hanno di fatto già stabilito e i risultati sono tutt'altro che quelli attesi. Poi c'è la Germania, col fiato sospeso dopo la sospensione dei flussi - ufficialmente per manutenzione - del gasdotto Nord Stream 2 da parte di Gazprom, il gigante russo dell'energia. E insieme all'Europa tremiamo anche noi perché la fine della guerra in Ucraina resta un miraggio e rischiamo un inverno al freddo, per di più con costi esorbitanti per aziende, famiglie e conti pubblici. Nel corso della puntata di martedì 12 luglio di Agorà l'analista di Ispi, Matteo Villa, afferma che il governo deve parlare chiaro agli italiani.

 

"Siamo pronti per l'inverno? Siamo prontini...", afferma l'analista dell'Istituto per gli studi di politica internazionale, "alle famiglie va detto che dovranno consumare di meno, anche se molte lo stanno già facendo visti i prezzi" delle forniture. Ma cosa possiamo fare per evitare il salasso energetico? La questione del tetto al prezzo del gas rischia di essere un autogol. "Guardate che l'Italia non ci guadagnerebbe, dobbiamo essere sinceri. Anche se mettiamo un tetto al prezzo del gas russo con quello che consumiamo per produrre elettricità" rischiamo di andare in perdita. 

 

L'esempio è quello di Francia e Portogallo che hanno messo un tetto e "ora stanno spendendo miliardi e stanno già rivedendo la loro decisione", afferma Villa. L'unica vera soluzione sarebbe la fine della guerra in Ucraina, l'Italia e l'Europa devono continuare a spremere per arrivare a un cessate il fuoco. "Ma il problema non è tanto il fatto che noi non premiamo sufficienza - conclude l'analista -  quanto il fatto che dall'altra parte non c'è nessuno disposto ad ascoltare". 

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