Crollo sulla Marmolada, morti e dispersi. Mario Draghi: non accadrà mai più
«Ci sono molti reperti in superficie, anche umani. Le attività di sorvolo stanno andando avanti soprattutto con i droni. Ad ogni rinvenimento siamo pronti per il recupero, sempre in piena sicurezza. Non possiamo scavare: la massa di ghiaccio e roccia si è così consolidata che non si può incidere nemmeno con i picconi». Maurizio Dellantonio, presidente del Soccorso alpino nazionale, da Canazei coordina parte delle ricerche dei 13 ancora dispersi a seguito del crollo di un gigantesco seracco di ghiaccio della Marmolada. Sette le vittime accertate al momento, 3 i corpi identificati e 8 i feriti di cui 2 in gravissime condizioni negli ospedali di Trento, Belluno e Treviso. «Un bilancio provvisorio che potrebbe diventare ancora più drammatico - dice a LaPresse il capo della procura di Trento, Sandro Raimondi -. Come atto dovuto abbiamo aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti per disastro colposo. Invitiamo tutti a non raggiungere il luogo del disastro per non intralciare i lavori dei soccorritori. Non faremo sconti a chi contravverrà al divieto di accesso». Intanto la macchina dei soccorsi deve fare i conti con il maltempo: secondo la Protezione civile ci sarà una tregua solo dopo la mezzanotte. Così le operazioni di ricerca proseguono solo dall’alto. Con il rischio di altri collassamenti, uno di assestamento si è verificato nel pomeriggio, è impossibile per ora raggiungere l’area con squadre terrestri. Tant’è che anche l’elicottero con a bordo il premier Mario Draghi è stato costretto a cambiare rotta e ad atterrare a Verona per poi proseguire in auto fino al palaghiaccio di Canazei dove è stata allestita la camera ardente e un punto di ascolto da parte di ’Psicologi per i popolì per dare sostegno ai familiari di vittime e dispersi. «In queste 36 ore la risposta operativa è stata importante ed ha visto una collaborazione proficua tra forze diverse - ha detto il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio -. Il sistema nazionale è a disposizione per supportare le attività in questa grande tragedia». A passo Fedaia è arrivato anche un elicottero speciale della Guardia di finanza. Attrezzato con il sistema "Imsi catcher" per intercettare i segnali di cellulari accesi, anche sotto diversi strati di neve, il mezzo ha iniziato a sorvolare il luogo della tragedia. Gli inquirenti stanno ancora accertando la proprietà di 4 delle 16 auto parcheggiate nei pressi dei sentieri che portano al ghiacciaio. Tutte hanno targhe straniere: 1 tedesca, 2 ceche e una ungherese.
Sulla tragedia della Marmolada si è espresso anche Draghi. «Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti, perché quanto è accaduto abbia una probabilità bassissima di succedere o possa addirittura essere evitato». Il volto di Mario Draghi è scavato, gli occhi sono lucidi, la voce è debole. Il premier ha appena incontrato i familiari delle vittime del crollo della Marmolada e porta sulle spalle il dolore e la costernazione di una tragedia che si doveva evitare e che non deve accadere mai più. «Oggi sono qui a Canazei per rendermi conto in prima persona di quel che è successo, vi assicuro che è molto importante essere venuti», dice avendo al suo fianco i governatori Luca Zaia, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Draghi vive sulla sua pelle la situazione eccezionale che queste zone del nord stanno vivendo. L’elicottero del capo di palazzo Chigi diretto a Canazei, infatti, prima viene indirizzato verso Trento poi ancora verso Verona a causa del maltempo, con l’ultimo tratto (quasi due ore e mezzo) che viene percorso in macchina. L’ex numero uno della Bce arriva nella zona dove sono stati allestiti i soccorsi intorno alle 15 con quasi due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia per una permanenza di poco più di un’ora. Tutto perché voleva toccare e vedere con i propri occhi la devastazione che ha colpito quella fetta di penisola, devastazione che segna profondamente Draghi. «Sono qui per esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei dispersi, dei feriti e alle comunità colpite da questa tragedia - scandisce -. Oggi l’Italia piange le vittime, tutte le italiane e gli italiani si stringono con affetto». Sulle cime della Marmolada, dopo lo stop dovuto al maltempo, sono riprese incessanti le ricerche dei 13 dispersi, mentre i morti sono 7 e 8 i feriti. Draghi ringrazia la Protezione Civile, i vigili del fuoco, il soccorso alpino, le autorità sanitarie, i volontari «per la loro generosità, la professionalità, il loro coraggio, perché queste operazioni si sono svolte e si svolgono in una situazione di grande pericolo». La montagna tuttavia non si ferma, le condizioni restano critiche con crolli che, tutti sanno, posso essere ancora dietro l’angolo. «Questo è un dramma che certamente ha dell’imprevedibilità e certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica», la sottolineatura del premier.