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Leonardo Del Vecchio lascia otto eredi, il testamento del fondatore di Luxottica

Andrea Giacobino
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Due importanti novità sono emerse ieri dopo l'apertura del testamento di Leonardo Del Vecchio, il geniale imprenditore di Luxottica, poi confluita nel grande gruppo internazionale dell'occhialeria EssilorLuxottica, scomparso lunedì scorso a Milano a 87 anni. Nelle sue ultime disposizioni, infatti, Del Vecchio non ha indicato chi dovrà prendere il suo posto di presidente di Delfin, la cassaforte lussemburghese della famiglia: a norma di statuto deciderà il consiglio d'amministrazione se nominare un presidente o meno.

Non solo perché il capitale della stessa holding risulta ora ripartito in otto parti uguali del 12,5% tra la moglie Nicoletta Zampillo (originariamente indicata al 25%) e i sei figli (Claudio Maria, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente) cui s' è aggiunto Rocco Basilico, figlio che la Zampillo ebbe dal primo marito, il finanziere Paolo Basilico, fondatore di Kairos. «Il consiglio di amministrazione della Delfin - si legge in una nota diffusa ieri mattina dalla holding lussemburghese - si riunirà a breve per recepire il nuovo assetto azionario e per prendere atto dell'integrazione dell'organo amministrativo. Non sono state comunicate altre disposizioni testamentarie».

L'assetto di governance di Delfin è infatti già stato previsto dal fondatore di Luxottica nelle norme statutarie della holding. È tracciato un percorso in cui entrerà in cda il primo del «gruppo degli osservatori», ossia i manager di fiducia a disposizione per incarichi al vertice. Il nome, non scritto da Del Vecchio nel testamento, non è quindi noto ma tutti gli indizi puntano a Francesco Milleri, l'amministratore delegato di EssilorLuxottica che non a caso pochi giorni fa ha già preso il posto di Del Vecchio alla presidenza del gruppo di lenti e occhiali, mantenendo anche la carica di ad. Il board di Delfin poi potrà eleggere un presidente tra i propri membri. Attualmente nel consiglio della holding siedono l'amministratore delegato Romolo Bardin, il notaio Mario Notari, Aloyse May e Giovanni Giallombardo.

Non solo: lo statuto di Delfin, a cui il defunto Del Vecchio aveva lavorato negli anni scorsi con la consulenza del noto avvocato Sergio Erede perché con la sua formulazione assicurasse al gruppo la compattezza dell'azionariato e una rigida separazione fra proprietà e gestione, prevede che ogni decisione venga presa con l'accordo di tutti e tre i rami della famiglia in quanto è prevista una maggioranza dell'88% della finanziaria lussemburghese e lo stesso vale per la scelta del management.

L'impero Del Vecchio vale circa 30 miliardi di euro e vede in testa la lussemburghese Delfin dove sono custoditi il 32,2% di EssilorLuxottica, il 26% dell'immobiliare Covivio, il 19,2% in Mediobanca, il 9,82% di Generali e l'1,9% in Unicredit. Rocco Basilico, laureato in Economia all'Università Cattolica di Milano, è entrato in Luxottica nel 2013 e dal 2020 ne ricopre il ruolo di Chief wearables officer, ma è anche amministratore delegato di Oliver Peoples, il brand di lusso del gruppo (circa 90 milioni di fatturato), brand nato nel 1987 in California e acquisito da Luxottica nel 2007. Tra i suoi progetti più recenti, oltre alla partnership con Facebook per la creazione degli smart glasses, una collaborazione con Brunello Cucinelli per Oliver Peoples.

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