Leonardo Del Vecchio lascia otto eredi, il testamento del fondatore di Luxottica
Due importanti novità sono emerse ieri dopo l'apertura del testamento di Leonardo Del Vecchio, il geniale imprenditore di Luxottica, poi confluita nel grande gruppo internazionale dell'occhialeria EssilorLuxottica, scomparso lunedì scorso a Milano a 87 anni. Nelle sue ultime disposizioni, infatti, Del Vecchio non ha indicato chi dovrà prendere il suo posto di presidente di Delfin, la cassaforte lussemburghese della famiglia: a norma di statuto deciderà il consiglio d'amministrazione se nominare un presidente o meno.
Non solo perché il capitale della stessa holding risulta ora ripartito in otto parti uguali del 12,5% tra la moglie Nicoletta Zampillo (originariamente indicata al 25%) e i sei figli (Claudio Maria, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente) cui s' è aggiunto Rocco Basilico, figlio che la Zampillo ebbe dal primo marito, il finanziere Paolo Basilico, fondatore di Kairos. «Il consiglio di amministrazione della Delfin - si legge in una nota diffusa ieri mattina dalla holding lussemburghese - si riunirà a breve per recepire il nuovo assetto azionario e per prendere atto dell'integrazione dell'organo amministrativo. Non sono state comunicate altre disposizioni testamentarie».
L'assetto di governance di Delfin è infatti già stato previsto dal fondatore di Luxottica nelle norme statutarie della holding. È tracciato un percorso in cui entrerà in cda il primo del «gruppo degli osservatori», ossia i manager di fiducia a disposizione per incarichi al vertice. Il nome, non scritto da Del Vecchio nel testamento, non è quindi noto ma tutti gli indizi puntano a Francesco Milleri, l'amministratore delegato di EssilorLuxottica che non a caso pochi giorni fa ha già preso il posto di Del Vecchio alla presidenza del gruppo di lenti e occhiali, mantenendo anche la carica di ad. Il board di Delfin poi potrà eleggere un presidente tra i propri membri. Attualmente nel consiglio della holding siedono l'amministratore delegato Romolo Bardin, il notaio Mario Notari, Aloyse May e Giovanni Giallombardo.
Non solo: lo statuto di Delfin, a cui il defunto Del Vecchio aveva lavorato negli anni scorsi con la consulenza del noto avvocato Sergio Erede perché con la sua formulazione assicurasse al gruppo la compattezza dell'azionariato e una rigida separazione fra proprietà e gestione, prevede che ogni decisione venga presa con l'accordo di tutti e tre i rami della famiglia in quanto è prevista una maggioranza dell'88% della finanziaria lussemburghese e lo stesso vale per la scelta del management.
L'impero Del Vecchio vale circa 30 miliardi di euro e vede in testa la lussemburghese Delfin dove sono custoditi il 32,2% di EssilorLuxottica, il 26% dell'immobiliare Covivio, il 19,2% in Mediobanca, il 9,82% di Generali e l'1,9% in Unicredit. Rocco Basilico, laureato in Economia all'Università Cattolica di Milano, è entrato in Luxottica nel 2013 e dal 2020 ne ricopre il ruolo di Chief wearables officer, ma è anche amministratore delegato di Oliver Peoples, il brand di lusso del gruppo (circa 90 milioni di fatturato), brand nato nel 1987 in California e acquisito da Luxottica nel 2007. Tra i suoi progetti più recenti, oltre alla partnership con Facebook per la creazione degli smart glasses, una collaborazione con Brunello Cucinelli per Oliver Peoples.