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Le confessioni di Papa Francesco: “Un tempo ero più severo”. La verità sulle dimissioni

Camillo Barone
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Non succedeva da tempo che Papa Francesco tornasse a confidarsi in un'intervista di tale lunghezza. Lo ha fatto ieri parlando all'agenzia di stampa argentina Télam, raccontando a tutto tondo i suoi ultimi mesi di vita in Vaticano, spesi ad affrontare le crisi mondiali che tengono in pugno soprattutto l'Europa e l'America, in particolar modo la guerra in Ucraina e la crisi ambientale con i danni del surriscaldamento globale. Nell'intervista tradotta e diffusa dal sito Vatican News in più lingue, appare poi un Pontefice malinconico, ma che tracciando un bilancio dei suoi quasi 10 annidi pontificato guarda a se stesso con ironia, ma anche speranza: «Se Bergoglio guardasse il Papa penso che in fondo direbbe "Poverino, che cosa ti è toccato!" Ma non è così tragico essere Papa». Francesco ripensa ai giorni che hanno preceduto la sua elezione, e ammette che in quell'indimenticabile marzo 2013 aveva predisposto già tutto per il suo ritorno a Buenos Aires, dove era vescovo e cardinale: «Sono arrivato in Vaticano con una valigetta, con i vestiti che avevo addosso e poco più. Non avrei mai immaginato che sarei stato qui». E poi un'auto-ammissione che negli ultimi anni è stata portata a galla da più connazionali argentini: alla domanda se Bergoglio sente di essere cambiato da Papa, lui risponde dicendo di essere diventato «più misericordioso. Alcune persone mi dicono che le cose che stavano germogliando nella mia personalità sono venute in superficie. Nella mia vita ho avuto periodi rigidi, in cui ho preteso troppo. Poi ho capito che non si può seguire quella strada, che bisogna saper guidare. È questa la paternità di Dio». E per quanto tempo resterà ancora sul soglio del successore di Pietro? «Lasciamo che lo dica Lui lassù».

 

 

Ed è proprio su questo tema che si stanno interrogando gli analisti religiosi di tutto il mondo, non solo cattolici. Francesco in più interviste rilasciate anche prima dello scoppio della pandemia di coronavirus aveva dichiarato di avere una «certa impressione» che il suo pontificato sarebbe durato non più di «quattro o cinque anni», e che le dimissioni non sarebbero state da escludere totalmente, soprattutto nel caso in cui fossero sopraggiunte gravi infermità mentali o fisiche. Anche se le sue condizioni di salute non sembrano delle peggiori, dei seri problemi al ginocchio stanno costringendo Bergoglio da oltre un mese a spostarsi in sedia a rotelle, oltre che all'aver dovuto cancellare una serie di importanti incontri diplomatici e con i fedeli provenienti da tutto il mondo. I più grandi network di stampa internazionali, soprattutto quelli statunitensi, stanno organizzando dei training per i loro reporter per formarli all'eventualità di un peggioramento improvviso della salute del Pontefice, o addirittura della sua morte o dimissione da Papa, per essere pronti a coprire la notizia con la migliore tempestività.

 

 

Sono allarmi, fondati sulla realtà della salute di Francesco o volutamente malauguranti, che trapelano dall'interno dalle mura vaticane da fonti opposte e ben schierate in un contesto che è diventato sempre più divisivo. Una fonte mediana vicina a Bergoglio rivela però un altro aspetto fondamentale che in pochi hanno messo sotto lente, ovvero il trascorrere dei giorni dell'altro inquilino vaticano, il Papa emerito Benedetto XVI. «È chiaro a molti qui dentro che in qualsiasi stato di salute Francesco dovesse versare nei prossimi mesi e anni, non penserebbe in alcun caso alle dimissioni con Ratzinger ancora vivo. Tre papi non potrebbero mai convivere nel mondo di oggi, sarebbe un colpo troppo duro per la Chiesa». Nonostante le tempeste, la barca di Pietro continuerà a navigare in ogni caso.

 

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