Guerra, la Russia chiude Nord Stream e a pagare saranno gli italiani. “I prezzi del gas aumenteranno"
Le conseguenze della guerra tra Russia ed Ucraina ricadranno ancora una volta sulle tasche degli italiani. Con la chiusura del gasdotto Nord Stream che fermerà entrambe le stringhe di distribuzione dall’11 al 21 luglio per eseguire delle riparazioni programmate, «i prezzi del gas aumenteranno, perché purtroppo il mercato del gas tende a speculare sulla mancanza, e ci sarà un’ulteriore corsa all’accaparramento». L’annuncio è del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani a Sky. «Per l’accumulo delle riserve di gas siamo ancora al 60% degli stoccaggi, dobbiamo arrivare al 90% a novembre. Abbiamo messo in campo misure straordinarie e ci arriveremo» ha proseguito il ministro del governo Draghi, che ha poi fatto alcune previsioni sull’inverno: «Se arriviamo a fine anno al 90% di riempimento dobbiamo sapere che il prossimo anno arriveranno le nuove forniture di gas negoziate con paesi africani e non solo. Il periodo critico è questo perché noi dall’anno prossimo sappiamo che arriveranno le nuove forniture. Il cammino è molto sicuro, diciamo che ora dobbiamo scollinare, superare questo inverno con gli stoccaggi pieni».
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Il contributo di solidarietà a carico delle società con contratti di importazione pluriennale di gas che circolava nelle bozze del dl Bollette è stato «stralciato, perché - spiega Cingolani - se gli operatori vedono che in Italia c’è anche una tassazione di un solo centesimo abbiamo difficoltà a riempire gli stoccaggi, perché per gli operatori sarebbe stato il segnale che aspettavano per dire ‘non diamo più gas all’Italia’, e l’ho spiegato ai ministri».
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Altro tema affrontato da Cingolani è quello della siccità: «La carenza di acqua ha un impatto pesantissimo sul settore energetico, abbiamo impianti idroelettrici che senza portata dei fiumi non producono, abbiamo impianti termoelettrici che non possono essere raffreddati perché non c’è acqua, ed erano stati costruiti vicino ai fiumi per questo. Nella realtà tutti i problemi sono collegati fra loro. Se non ho acqua non solo soffre l’agricoltura ma c’è un effetto molto forte sul settore energia. Di fronte a tutto ciò se non rispettiamo il programma del PNRR sulle acque reflue, la desalinizzazione e tutte le cose scandalose che interessano la gestione dell’acqua perdiamo forse l’ultima occasione di mettere una toppa. Sui tre anni senza pioggia non possiamo farci niente, ma attrezziamoci».
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