Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Siccità, Lombardia senza acqua: riserve fino al 9 luglio e agricoltura a rischio

  • a
  • a
  • a

Continua l'emergenza siccità al Nord, piegato dall'assenza di piogge e dalle temperature bollenti di questa estate torrida. La situazione è di tale portata da costringere il premier Mario Draghi a rientrare prima dal vertice Nato di Madrid per mettere mano ai piani di emergenza che arriveranno a giorni dalle regioni.

"Il Governo è al lavoro con la massima urgenza per intervenire contro la terribile siccità che ha colpito il nostro Paese e in particolare l'agricoltura nel Centro-Nord. Nel bacino padano si tratta della crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni, secondo l'analisi dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po", ricorda il presidente del Consiglio in conferenza stampa dopo il Cdm, annunciando che "da lunedì noi siamo pronti ad approvare i piani di emergenza".

La situazione più critica è quella della Lombardia con le scorte idriche in costante diminuzione, come confermato dal Tavolo regionale per l'utilizzo idrico in agricoltura: il manto nevoso è esaurito, mentre le riserve accumulate negli invasi idroelettrici montani e nei grandi laghi regolati sono inferiori al 61% rispetto alla media di riferimento (2006-2020).

Il rischio è serio e riguarda in primis l'agricoltura. "Se non cambieranno le condizioni climatiche, se non dovesse piovere, abbiamo acqua per uso agricolo fino al 9 luglio", ha chiarito il presidente della Regione Attilio Fontana a SkyTg24, precisando che per il momento non ci sono problemi sugli usi civili. "Occorre monitorare la situazione e vedere come evolverà. Abbiamo bisogno che piova".

A peggiorare però è anche l'emergenza al Centro con Marche, Toscana, Emilia Romagna, Lazio da bollino rosso, come rileva l'Osservatorio Anbi, con fiumi ormai ridotti a rigagnoli: nella Capitale l'Aniene è praticamente dimezzato rispetto alla portata media, mentre il Tevere registra livelli più bassi anche rispetto all'ultima grave siccità del 2017.

Altro grave problema è quello del cuneo salino del Po, ormai arrivato a un record di 30,6 km. L'allerta è tale che l'Autorità Distrettuale ha chiesto di ridurre del 20% i prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell'ultima settimana e di aumentare dello stesso peso i rilasci dai grandi laghi alpini, nel tentativo di fermare l'avanza del sale. Prima che sia troppo tardi.

Dai blog