Covid, parta la caccia disperata all'ibuprofene: in farmacia non si trova più
Torna l'incubo Covid e l'ibuprofene va letteralmente a ruba nelle farmacie italiane. Una situazione che ricorda l'affaire Zitromax, antibiotico che a gennaio scomparve dagli scaffali di tutta Italia. In quel caso, si trattava di una medicina inadatta ad alleviare i sintomi della malattia, sulla quale si dovette anche esprimere l'Aifa. Stavolta invece è diverso e con la nuova impennata di casi i più prudenti cercano di anticipare i tempi e farsi trovare pronti in caso di una nuova ondata.
"La carenza è generale, per tutte le forme di ibuprofene - spiega a Repubblica Giuliano Longo, farmacista di Piazza Vittorio a Roma - in particolare le formulazioni per bambini, che hanno sapori 'buoni', sono molto difficili da trovare". Secondo il farmacista la ragione è che, se prima era la Tachipirin, il farmaco più indicato per chi viene colpito in forma leggera dal virus, adesso "va di moda l'ibuprofene".
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"I pazienti - prosegue il farmacista - arrivano dicendo che il medico, o l'esperto, ha raccomandato ibuprofene. Mi sembra una cosa strumentale, bisogna vendere tutte le molecole e ora è il turno di questa. Quando si ha la febbre il paracetamolo è più indicato perché provoca sudorazione, mentre l'ibuprofene è più indicato per i dolori".
Le criticità non finiscono qui, perché si registra una generale carenza del farmaco. "Le fabbriche che producono l'ibuprofene sono andate in carenza di stock. I fornitori ci hanno comunicato che c'è un problema a livello di materia prima, ci sono problemi di approvvigionamento - spiega sempre a Repubblica Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma - fortunatamente l'ibuprofene è molto comune e molto diffuso, e si riesce a tamponare ancora con le tante preparazioni generiche, ma se la situazione va avanti così, presto sarà davvero difficile reperirlo, anche per noi".
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L'esaurimento delle scorte sugli scaffali inizia ad interessare anche un altro farmaco comunissimo: il Gaviscon, che si usa contro i bruciori di stomaco e reflusso. Il motivo? "Viene prodotto con un'alga che si raccoglie in Norvegia e Finlandia, ma le colture, a causa del clima, sono in difficoltà", conclude Cicconetti.