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Taxi, sfida al governo: il ddl Concorrenza scatena la rabbia, manifestazioni in tutta Italia

Camillo Barone
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La protesta dei taxi contro il disegno di legge Concorrenza continua nelle principali città italiane, con Roma, Napoli e Milano in testa. I maggiori disagi sono stati vissuti a Napoli, dove nel corso della giornata di ieri è diventato sempre più complicato trovare un taxi disponibile con il passare delle ore. Tanto che il Comune partenopeo è stato costretto a raddoppiare le corse degli autobus che collegano l'aeroporto internazionale di Capodichino alla stazione centrale di Piazza Garibaldi e al Porto di Napoli, che è il luogo più trafficato della città nel periodo estivo. E a soffrire il mancato servizio infatti sono stati migliaia di turisti che hanno formato lunghe code fuori l'aeroporto per poi dover cambiare i biglietti di collegamento con le isole del Tirreno.

I tassisti sono poi scesi in piazza del Plebiscito con manifestazioni spontanee. Anche a Milano fino al tardo pomeriggio di ieri è stato praticamente impossibile trovare un'auto bianca disponibile. Anche se il servizio è stato garantito per gli anziani e le persone disabili, la maggior parte dei conducenti ha spontaneamente incrociato le braccia e lasciato i taxi vuoti nei posteggi delle principali piazze meneghine, inclusa la stazione Centrale e gli aeroporti di Malpensa e Linate, dove sono sorti anche dei presidi non autorizzati e non concordati con le principali sigle sindacali.

Roma non è stata da meno, ma in forma molto minore rispetto alle altre città e soprattutto rispetto a quanto accaduto l'altro ieri, quando nessun taxi è stato trovato libero o in circolazione soprattutto nelle zone centrali tra piazza del Popolo e piazza Venezia, ma anche alle stazioni Termini e Tiburtina. Raggiunti dai colleghi napoletani, i tassisti romani avevano poi occupato il parcheggio di Largo Chigi, per poi spostarsi all'interno della Galleria Alberto Sordi, fino a raggiungere oltre 50 unità.

La stessa occupazione è andata avanti anche nella mattinata di ieri ma con meno manifestanti, proprio per continuare a lanciare un segnale di forte pressione nei confronti del Governo. Il servizio è stato comunque poi garantito sia a Termini che alla stazione Tiburtina, ma in forma estremamente ridotta rispetto al solito, tanto che centinaia di turisti e lavoratori arrivati a Roma nel primo pomeriggio hanno dovuto fermare code lunghe e lente sotto il sole cocente.

Quando poi è arrivata la notizia da parte di tutte le associazioni sindacale della convocazione a un tavolo di confronto con la vice ministra delle Infrastrutture e dei trasporti Teresa Bellanova per il 27 giugno, gli altri tassisti che avevano rinunciato al turno in forma di protesta sono tornati a lavorare. Nonostante l'ottenimento dell'incontro con Bellanova però, da qui a lunedì prossimo non c'è garanzia che i disagi possano arrestarsi. I sindacati di categorie di tutte le città hanno affermato che ogni manifestazione dei prossimi giorni sarà spontanea e non autorizzata, quindi al di fuori del perimetro delle leggi, con lo scopo di attendere quelli che saranno i risultati del confronto e continuare a fornire il servizio pubblico ai cittadini. 

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