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I mutui schizzano sopra il 3% e per i giovani la casa diventa un miraggio

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I mutui bassi rischiano di rimanere un ricordo. La rata del tasso fisso a lungo termine ha già sforato il 3%. Colpa delle tensioni finanziarie di giugno nell'area euro, che stanno raddoppiando i tassi rispetto a solo due mesi fa, e rischiano di lasciare fuori dal mercato dei prestiti immobiliari i più giovani e precari, che un anno fa il governo Draghi provò a favorire con le agevolazioni sui mutui under 36.

 

Il mutuo casa viene erogato dalla banche basandosi su tre elementi di costo. Il primo è il tasso Eurirs, che è salito - sulla scadenza 20 anni - dall'1,95% del 5 maggio al 2,34% ieri. Un tasso che negli ultimi tre anni, e fino a tre mesi fa, è stato sempre sotto l'1%, con lunghi periodi al disotto dello 0,5%. A questo indicatore del costo del denaro le banche aggiungono il loro spread, che ripaga i costi interni e il loro margine, mentre la terza voce riguarda le spese di istruttorie e accessorie.

 

Il mercato immobiliare sta dunque virando verso scadenze più brevi, e tassi variabili. Chi rischia gli effetti peggiori sono i giovani, che con meno disponibilità finanziaria e redditi più bassi vedono complicarsi sempre di più la disponibilità di mutui, salvo farseli garantire da genitori "capienti". In Italia l'anno scorso di sono state circa 750 mila transazioni immobiliari, circa un terzo con mutui. E la quota "under 36" ha fatto da traino per il settore dalla sua entrata in vigore. A maggio i mutui dei giovani erano saliti al 35,4% del totale, dal 34,9% complessivo di aprile. Prima della legge che agevola i mutui green per chi ha meno di 36 anni e un Isee sotto i 40 mila euro i giovani incidevano solo per poco più del 20% del totale.

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