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Lezione della Germania a Mario Draghi: online la lista di tutte le armi inviate in Ucraina

Christian Campigli
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La serenità di chi è convinto di agire nel giusto. Di mobilitarsi, in nome di un popolo sovrano, invaso da un usurpatore. La trasparenza, come sinonimo di rispetto per i propri cittadini, concetto che in Italia, ancora oggi, i politici nostrani si ostinano a non voler applicare. Una lista degli armamenti che la Germania ha fornito o fornirà all'Ucraina. Precisa nel dettaglio e disponibile, da oggi, sul sito ufficiale del governo tedesco. Berlino ha deciso di seguire la “prassi dei più stretti alleati, come gli Stati Uniti”. Una scelta resa nota con un comunicato stampa dal governo teutonico. Un elenco molto dettagliato, che comprende sia materiali e armi provenienti dalle scorte della Bundeswehr, che forniture dell'industria bellica berlinese, resi possibili dai finanziamenti tedeschi.

 

L'esecutivo tedesco promette di aggiornare, se non in tempo reale, almeno con una cadenza settimanale, la lista stessa. Un atteggiamento ben diverso da quello tenuto dal governo Draghi. E che ha scatenato, sulla propria pagina Facebook, l'ex governatore della Toscana, Enrico Rossi. Che, senza tanti giri di parole, è tornato ad attaccare l'inquilino di Palazzo Chigi. “È francamente inaccettabile che Draghi, mai eletto una volta dai cittadini, si rifiuti sdegnosamente di riferire in Parlamento sulla fornitura delle armi all'Ucraina, dichiarando addirittura di non voler essere commissariato. Forse sfugge a Draghi che l'Italia è una Repubblica parlamentare e non una banca guidata da un consiglio di amministrazione con deleghe totali all'amministratore delegato. Spero che Pd, Leu e Movimento Cinque Stelle non vogliano piegarsi e difendano le prerogative del Parlamento”.

 

Un atteggiamento, quello tenuto dal nostro esecutivo, che risulta essere ancora più discutibile se messo al confronto con quello tedesco. Anche perché, la volontà di essere trasparente, sottintende la convinzione assoluta di essere nel giusto. Una sicurezza che, forse, manca al nostro governo. Lacerato da divisioni interne e distinguo che, giorno dopo giorno, si moltiplicano. Come i funghi in autunno.

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