Guerra Russia-Ucraina, Alessandro Orsini fa a fettine l'Europa: se non cambia la prossima è la Finlandia
Gli stolti da una parte, gli intelligenti dall'altra. Parole di fuoco da parte di Alessandro Orsini sulle responsabilità dell'Europa nello scacchiere geopolitico in relazione alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Lo studioso è tornato ad attaccare i governi italiani ed europei in articolo pubblicato martedì 21 giugno sul Fatto in cui, partendo alla dicotomia "buoni-cattivi" citata da Papa Francesco come semplificazione da rifiutare, ne offre una che è un siluro all'establishment continentale. "Se la suddivisione fosse tra stolti e intelligenti, quale lezione potremmo trarre?", si chiede Orsini. Il tema centrale è la strategia dell'Unione europea dal 2014 a oggi, cioè dall'invasione della Crimea fino all'invasione dell'Ucraina. Da una parte l'Europa si è resa dipendente dal gas russo, dall'altra "ha assecondato le politiche aggressive della Nato in Ucraina sapendo che, quasi certamente, avrebbero scatenato la reazione violenta della Russia".
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Secondo Orsini i precedenti di un esito nefasto erano sotto gli occhi di tutti, a partire dalla Georgia. E descrive come "prevedibile, sin da ora, un conflitto futuro tra la Russia e la Finlandia se questa permettesse alla Nato di stabilire una presenza militare americana sul proprio territorio". In sintesi, tra il piano A (legarsi a livello energetico a Putin e rifiutare le politiche della Nato) e il piano B (rendersi indipendenti con il gas e appoggiare la Nato) l'Europa ha scelto il piano C: "Quello più illogico e irrazionale ovvero assecondare la postura aggressiva della Nato verso la Russia e legarsi energeticamente a Mosca. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti: la Russia ha invaso l'Ucraina per allontanare la minaccia della Nato dai propri confini e l'Unione europea, Italia e Germania in testa, è caduta nella disperazione".
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Dietro alle mosse dell'Ue c'è un vizio di fondo, quello dell'eurocentrismo, "la convinzione che l'Europa sia il centro politico, culturale ed economico del mondo". Nonostante la premessa di un aut aut tra "stolti e intelligenti" Orsini lascia ai lettori l'onere di rispondere, anche se la sua posizione appare intuibile.