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Controcorrente, il generale Camporini spiazza tutti: ecco perché i russi non riescono a prendere Severodonesk

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a chiedere più armi all'Italia mentre il premier Mario Draghi si appresta a riferire in Parlamento sulla in vista del Consiglio europeo di giovedì. Nella puntata di lunedì 20 giugno di Controcorrente, al generale Vincenzo Camporini viene chiesto se il loro invio può rappresentare una svolta determinante sulla sorte della guerra con la Russia. 

 

L'ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare fa un confronto fra le capacità militari russe e ucraine, almeno a livello teorico. "È un confronto molto sbilanciato", evidentemente in favore dei russi, argomenta il generale. Ma sulla pratica del campo di battaglia? "Severodonetsk è sotto assedio da tre settimane, il primo bombardamenti risale al 10 di aprile - afferma l'ufficiale - è una città di centomila abitanti, grande come Salerno. E l'armata russa non è capace di prendere Salerno in tre giorni con un numeico come l'Ucraina?", è la domanda retorica di Camporini. 

 

La risposta prevede più elementi da considerare. Da una parte i russi non sfondano a Severodonetsk "perché un po' la Russsia ha dei problemi", ma anche perché "abbiamo sostenuto in modo adeguato le forze armate dell'Ucraina". In sintesi, per il generale l'invio di armi da parte dell'Occidente e dell'Italia "sta determinando l'andamento del conflitto". 

 

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