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Le rivelazioni dell'ex agente segreto sull'archivio di Licio Gelli: “Finì nelle mani della Cia”

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Una testimonianza ha chiarito il destino dell’archivio di Licio Gelli, ex Maestro venerabile della loggia P2. A parlare è stato il generale Mario Grillandini, una volta agente del Sismi, nel corso dell’udienza dell’11 giugno 2021 del processo ai mandanti della strage di Bologna in cui ha raccontato passo passo della missione svolta in Uruguay per il recupero dei documenti di Gelli. “La scrematura - ha spiegato l’ex agente segreto - era stata fatta dalla Cia. A noi arrivarono una settantina di fascicoli senza grande importanza”. 

 

 

“L’incontro con l’ispettore Victor Castiglione, che aveva fatto parte della squadra messa in piedi per recuperare i dossier, fu piuttosto frettoloso perché - ha ricordato Grillandini in Corte d’Assise - il poliziotto aveva il fuoco di Sant’Antonio, non vedeva l’ora di andarsene, io gli presentai la mia richiesta, cioè di entrare in possesso dell’archivio di Gelli, e lui mi riferì che parte dell’archivio, buona parte dell’archivio, era stata requisita dalla Cia, una parte era stata trattenuta dai servizi uruguayani perché riguardavano la sicurezza nazionale interna e il resto era stato trasmesso ai Ministero degli Interni uruguagio”. Sono stati quindi gli agenti americani a prendere gran parte dei documenti scottanti sull’Italia, almeno stando alla testimonianza diretta di un ex spia.

 

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