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Mario Draghi cerca in Israele la risposta alla crisi del gas. Bilaterale con Isaac Herzog a Gerusalemme

Tommaso Carta
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Dopo Washington, Israele. E poi - dopo il G7 di Elmau e il vertice Nato di Madrid - Ankara. Prima dei due summit internazionali, invece, potrebbe esserci la missione a Kiev insieme a Olaf Scholz e Emmanuel Macron. Mentre i partiti che sostengono il suo Governo sono impegnati nella prova del primo turno delle Amministrative e nella sfida dei referendum sulla giustizia, è fitta l’agenda internazionale di Mario Draghi. La guerra in Ucraina è chiaramente in primo piano, così come lo sono tutti i dossier - umanitario, alimentare, energetico, economico - che ne derivano. E se la tappa turca, con tanto di vertice intergovernativo, è fissata a inizio luglio e riveste un’importanza fondamentale dal momento che Ankara è al centro del negoziato per quel che riguarda la possibile risoluzione della crisi del grano, anche la prima visita in Medio Oriente di Draghi come Presidente del Consiglio (l’ultimo era stato Matteo Renzi nel 2015) è strategica.

 

L’inquilino di palazzo Chigi, incontrerà oggi il Presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, presso il Palazzo presidenziale di Gerusalemme. In serata, poi, dopo la visita del Museo di arte ebraica e la Sinagoga italiana e l’incontro con i rappresentanti della Comunità italiana, Draghi vedrà alla Knesset l’Alternate Prime Minister e ministro degli esteri israeliano, Yair Lapid. Domani mattina dopo la visita al Museo dell’Olocausto e la cerimonia di deposizione di una corona alla Tenda della Rimembranza il premier avrà un bilaterale con il Primo ministro israeliano, Naftali Bennet. Al centro degli incontri con le massime Istituzioni israeliane - spiega palazzo Chigi - ci saranno il rafforzamento delle relazioni bilaterali, la situazione in Ucraina e la sicurezza alimentare con la necessità di scongiurare la crisi in atto, ma anche i temi energetici, il processo di pace israelo-palestinese e l’antisemitismo. Sul piano della cooperazione economica, Italia e Israele hanno un solido partenariato commerciale, in particolare nel comparto dell’innovazione e dell’ICT. Nel 2021 si è registrata una positiva e sostenuta ripresa dell’interscambio, ben oltre i livelli pre-Covid, che si è attestato a 4 miliardi di euro (+25,6% rispetto al 2020), con esportazioni italiane pari a 3,1 miliardi (+25,9%) e importazioni pari a 910 milioni (+24,6%). Non solo innovazione, start-up, energia, infrastrutture e telecomunicazioni.

 

L’obiettivo è quello di rafforzare i rapporti economici anche nel settore dei trasporti, della mobilità sostenibile, della biomedicina, dell’aerospazio e della sicurezza cibernetica. Per quel che riguarda la cooperazione e la ricerca in campo sanitario, «è forte l’interesse da entrambe le parti», riferiscono fonti italiane a collaborare nell’ambito della salute digitale, del molecular health, della medicina di precisione, del Med Tech e della farmaceutica. C’è poi il dossier energia. Per il Governo italiano - come Draghi ha sottolineato più volte in questi mesi - è «prioritario» il tema della sicurezza energetica. In particolare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, con attenzione al gas naturale, di cui Israele dispone ingenti risorse. Gli studi di fattibilità finanziati dall’Unione europea per il progetto del gasdotto Eastmed sono in via di conclusione e nei prossimi giorni anche la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sarà in Israele. Italia e Israele sono membri fondatori dell’East Mediterranean Gas Forum, «nel quale - viene sottolineato - continuano a collaborare per l’utilizzo comune delle risorse di gas del Mediterraneo orientale, nonché per lo sviluppo di energie rinnovabili, come l’idrogeno, e la loro commercializzazione».

 

«Comune» poi la volontà di accelerare la trasformazione dei sistemi energetici, di fare leva sull’innovazione tecnologica e di rilanciare continuamente la cooperazione su «ricerca e sviluppo» e le sue ricadute industriali. 

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