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Otto e mezzo, "dite cosa è vero e falso". Lista putiniani, Floris inchioda il presidente Urso

Giada Oricchio
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Putiniani d’Italia: Giovanni Floris inchioda Adolfo Urso, presidente del Copasir. A Otto e Mezzo, il talk preserale di La7, venerdì 10 giugno, si parla della pubblicazione del rapporto dei servizi segreti da cui è nato il famoso articolo del Corriere della Sera su giornalisti, influencer e opinionisti italiani megafono della propaganda russa.

Il conduttore Floris ha domandato ad Urso se fosse un report sulla disinformazione o sulle opinioni e il presidente ha confermato che aprirà un’indagine perché lo ha ricevuto dopo la pubblicazione sul quotidiano di via Solferino cioè quando era ancora secretato. “Appariva come il frutto di un dossieraggio, una lista di proscrizione e non è così, è un documento sulle fake news” ha detto Urso aggiungendo che l’UE ha già creato una task force sulla disinformazione. Ma Floris lo ha stoppato: “No, non è così, io ho letto il rapporto, è una rassegna stampa sulle opinioni che dissentono dalla linea atlantista. Non ci sono fonti, nulla. E’ una rassegna stampa, io gliela facevo meglio!”. La seconda sciabolata al presidente del Copasir è arrivata da Antonio Padellaro de Il Fatto Quotidiano: “Nel rapporto, ci sono tre nomi, mancano gli altri sei fatti dal Corriere della Sera fra cui Petrocelli e Orsini. O i colleghi si sono inventati gli altri sei nomi, cosa che non credo, o esiste un’altra indagine e il capo dei servizi segreti Gabrielli non ci ha detto tutta la verità” e ancora: “Non è un report su notizie false, ma su opinioni squinternate” e Floris ha rincarato: “Sì, strampalate”.

L’idea di Padellaro che il Copasir debba avviare un’inchiesta su cosa è successo (“non può fare finta di nulla”), è stata accolto con una lunga gelida pausa da Urso: “Spetta all’Ordine dei giornalisti appurare la deontologia professionale dei giornalisti”. Il presidente ha ricordato che il Copasir ha il compito di vigilare sulla correttezza dell’operato dell’intelligence e in questo caso “è acclarato che gli 007 abbiano rispettato i dettami costituzionali”. Immediata la zampata di Floris: “Scusi, quando lo ha acclarato?! Ripeto questa rassegna stampa, per come è stata fatta, non è grave, ma la fattispecie sulle opinioni dissidenti sì. Non è chiara l’utilità di questo report”.

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il giornalista Aldo Cazzullo quando ha rivelato che la discrepanza sui sei nomi mancanti è dovuta al fatto che oggi il capo dei servizi segreti Franco Gabrielli ha pubblicato solo la sintesi di un documento più ampio di cui si apprenderà domani sul Corriere della Sera. Per Padellaro “se non è tutto il report è una cosa gravissima”, mentre per Urso è motivo di nuovo imbarazzo: “Leggero il vostro giornale”.

Il presidente del Copasir ha camminato sui carboni ardenti cercando di allargare il campo, ma Floris lo ha ricondotto al punto: gli 007 si sono comportati in modo deviato o no? E il Copasir ha vigilato sul rischio di un’eventuale confusione tra disinformazione e espressione delle libere opinioni? Ebbene, la risposta di Adolfo Urso sulla differenza tra Copasir e Copaco e la loro storia risalente alle Calende greche e sulle relazioni sulla cyber sicurezza, ha fatto sbottare perfino il direttore di Limes, Lucio Caracciolo: “Ma che c’entra questo con le opinioni sul Papa o sulla Rai?!”. Davanti alla divagazione puntigliosa di Urso, Giovanni Floris ha tirato le fila: “Va beh, interpretazione estensiva, al Copasir dite cosa è vero e cosa è falso?”, “La nostra attività sull’intelligence è stringente e lo dimostra questo bollettino. Quando ne ho preso atto, ho attivato i meccanismi e ho relazionato il Parlamento con 110 pagine” ha replicato il presidente servendo a Floris la battuta su un piatto d’argento: “Ce le leggeremo tutte!”. Risate in studio, mentre Urso, scuro in volto, ha voluto l’ultima parola: “Potrebbe trovare cose interessanti che le sono sfuggite”.

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