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Lista dei putiniani, via il segreto dal report sulla propaganda. Franco Gabrielli: ho chiesto di declassificarlo

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Fuori tutto. Il sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza, Franco Gabrielli, ha chiesto ai servizi segreti italiani di togliere il sigillo della segretezza sul famoso report che ha alimentato la controversa lista dei putiniani d'Italia, pubblicata nei giorni scorsi dal Corriere della sera che tanto ha fatto discutere. "Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione che avrebbe ispirato il noto articolo apparso sul Corriere della Sera", ha dichiarato il sottosegretario in una nota. 

 

Il giornale nei suoi articoli dedicati alla propaganda filorussa e ai presunti influencer filo-Putin del nostro Paese aveva citato un report di Intelligence nell'ambito di una indagine del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, deputato al controllo dei servizi segreti italiani. Il presidente del'organismo e senatore FdI Adolfo Urso giovedì 9 giugno ha ribadito che il Copasir non fa dossieraggi: "Assolutamente no, semmai controlliamo che nessuno li faccia. Il Copasir è una commissione di controllo che deve appunto verificare che l’intelligence operi nel pieno rispetto delle regole costituzionali. Cosa che in questo caso ci pare acclarata", ha detto a Formiche. Il rapporto sulla disinformazione che ha alimentato l'articolo del Corriere è un "bollettino informativo sulla minaccia ibrida russa. Realizzato da un gruppo di lavoro interministeriale - ha aggiunto Urso - a cui partecipa tra gli altri l’AgCom, cioè l’autorità sulle comunicazioni, sulla disinformazione che - lo ha ricordato l’Autorità delegata Franco Gabrielli - è in attività dal 2019".

 

Con la declassificazione del documento sarà tutto più chiaro. "Auspico che la lettura integrale" del bollettino sulla disinformazione, "al di là di strumentali veicolazioni parziali, faccia comprendere la reale finalità della sua collazione - in linea con le sollecitazioni dell’Unione Europea, da ultimo con la decisione del Parlamento Europeo del marzo scorso - e porti alla definitiva cessazione di ogni infamante sospetto sull’attività dell’Intelligence nazionale o su fantomatici indirizzi governativi volti a limitare il diritto di informazione, da me, in più circostanze, evocato come vero ed efficace antidoto alla disinformazione", si legge nella nota odierna di Garbielli che spiega come il report "riguarda un’analisi del fenomeno basata unicamente su fonti aperte e non contiene, considerata la fisiologica diffusione, alcun elemento proveniente da attività di intelligence". 

 

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