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È anche la guerra degli hacker: Anonymous contro la Russsia che "schiera" il collettivo Killnet

Francesca Musacchio
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Anonymous contro la Russia e i suoi «amici». E gli amici di Putin contro i nemici di Mosca. La guerra cibernetica accompagna quella sul campo. Il collettivo di hacker etici che dall’inizio del conflitto in Ucraina ha lanciato «Operazione Russia», continua le azioni di boicottaggio informatico contro Mosca e tutti i soggetti «affiliati» al Cremlino. Ieri è toccato alla Bielorussia che, secondo la rivendicazione degli Anon, ha subito un «massiccio attacco hacker» che ha mandato offline i principali siti governativi di Minsk. E tra gli obiettivi di Anonymous c’è Killnet, il gruppo di hacker russi con cui è in corso una vera e propria cyberwar che al momento si combatte a colpi di attacchi DDoS e data leak.

 

La settimana scorsa, il team «Squad303» di Anonymous che si occupa dell’operazione Russia, ha inferto un duro colpo a Killnet attraverso un massiccio attacco che ha «bucato» il sito del gruppo e non solo. Sui social sono state rese pubbliche le identità di alcuni membri anche con la pubblicazione delle foto. «Per molto tempo, la Russia e i suoi hacker di alto profilo sono stati considerati intoccabili nel cyberspazio - scrive Anonymous su Twitter - Ma dopo tre mesi di guerra in Ucraina e dopo aver affrontato attacchi informatici e fughe di dati su una scala senza precedenti, la Russia è passata da attaccante a attaccato».

 

Anche se Killnet ha in parte ammesso i danni subiti da Anonymous, continua a minacciare il collettivo per la sua posizione contro l’invasione dell’Ucraina e rilancia il guanto di sfida. «Vediamo centinaia di notizie provenienti dai media occidentali sull’hackeraggio di Killnet, ma cosa è stato hackerato? Non abbiamo altro che un canale Telegram. FakeAnonymous (i cazzoni informatici del governo) non sanno più cosa inventarsi per rimanere a galla di fronte alla guerra informatica». Ma gli hacker russi sostengono anche di raccogliere dati sensibili, che poi saranno pubblicati a dimostrazione che sarebbero riusciti a violare anche Anonymous per smascherare quelle che, secondo loro, sarebbero fake news sulla guerra in Ucraina in quanto il collettivo sarebbe al soldo dei governi occidentali e in particolare della Cia. 

 

Al momento, però, Killnet sarebbe responsabile di attacchi informatici a bassa intensità, condotti attraverso DDoS che non consentono di entrare in possesso di materiale classificato. E il livello potrebbe restare questo:«attacchi dimostrativi». Se, invece, l’obiettivo dovessero diventare ad esempio le infrastrutture critiche, che causerebbero danni importanti al Paese attaccato, a quel punto il livello dello scontro si alzerebbe e la risposta dovrebbe essere di eguale intensità. Quindi, per ora, siamo fermi a qualche data leak dimostrativo, come ad esempio il furto di patenti o carte di identità. E tutti gli operatori del settore si augurano che lo scenario più temuto, cioè quello degli attacchi che puntano al furto di informazioni classificate, non debba mai avverarsi. Anche perché questo vorrebbe dire che l’azione non è gestita più solo da Killnet, ma dagli hacker del Gru, l’intelligence militare di Mosca. A quel punto, il Paese attaccato sarebbe «autorizzato» a rispondere con la stessa intensità. E questo al Cremlino non conviene, soprattutto per quello che riguarda gli Usa, vista la forte alleanza sulla sicurezza informatica tra Washington e Gerusalemme. Questi ultimi top nel settore.

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